ALCOHOLIC ALLIANCE DISCIPLES - Alcoholic Alliance Disciples



Alcoholic Alliance Disciples - Alcoholic Alliance Disciples (2011, Autoprodotto)

Dalla meravigliosa Sardegna arrivano questi rockers dal moniker esilarante. Gli Alcoholic Alliance Disciples nascono nel 2007 come cover band dei Black Label Society, Black Sabbath e Down, un esperienza che lascerà il segno nella loro musica come si ha modo di notare in questo buon EP omonimo.
Oltre al fatto che qui stiamo parlando di musicisti di varie origini musicali, quindi, ognuno con un proprio bagaglio d'esperienza a favore di una miscela di idee davvero convincente. Iniziando a scrutare da vicino questo prodotto si inizia l'ascolto con 'Story Of Holy And Damned Men' che parte con un incalzante riffing works bello corposo, che poi si aprirà in una base per alcuni assoli ben fatti. 
Poi è impossibile non notare le influenze del maestro Zack Wylde in quel che è il guitar works. Forse non mi convince qualcosa nel cantato.
Si prosegue con 'River Of No Return' che inizia lenta per poi aprirsi a melodie davvero molto Southern. Iniziando il cantato mi ritorna in mente quel non-so-chè di poco convincente, e pensandoci bene credo che le influenze che hanno fatto così impostare la voce siano da ricercare in Phil Anselmo (periodo Down) ed a volte il barbuto Zack, quindi una notevole mancanza di personalità. Ma musicalmente siamo a buoni livelli, seppur la band si limiti a fare il suo mestiere, né più né meno. 
La terza traccia, 'Call Of The Alliance', inizia a far smuovere un po' di più l'ascoltatore con ritmiche un po' più articolate e riff ben sparati, e per dirla tutta, troviamo anche più aggressiva la voce e più "incazzato" tutto il quintetto. Gli assoli si inseguono in modo gradevole e pomposo. Tutto il pezzo si sorregge bene e rende partecipe chi ascolta. 
'Blues For The Heretic Confraternity Of Drinkers' ancor più convincente, sembra che dalla prima traccia ad ora, la band abbia fatto un'ascesa di energia. Come se l'EP sia una rampa di lancio, dove questo missile alcolico e roccioso inizi a partire un po' per volta sino ad arrivare ad una buona velocità di volo. Il pezzo ha cadenzamenti presi in prestito dai Black Sabbath e rimodellati inserendo alcune influenze come sopra descritto guarnendo tutto con assoli di matrice heavy e tempistiche leggermente "thrashy". 
Un Hard Rock roccioso dunque, che termina questa sua corsa con la conclusiva 'Truck Destruction'. Pezzo davvero tosto e rockeggiante in modo davvero convincente. 
Diciamo che se l'EP fosse stato concepito come questi ultimi due pezzi l'avrei gradito di più, ma non voglio togliere alla band i suoi meriti. Il combo merita l'attenzione, i musicisti sono validi ed il cantato, per quanto poco personale (e che tralascerò in fase di valutazione), è in stile con il tutto.