Endless Pain - Chronicles Of Death (2011, Nadir Music / Audioglobe)
E riecco di ritorno sulle scene gli EndlessPain, band Thrash Metal lombarda che per questo terzo full, può vantarsi di un ottima produzione by Nadir Studios ed un contratto con Nadir Music di Genova. Ma passiamo alla materia prima.
Un intro tachicardico prepara l'ascoltatore all'attacco diretto di 'The Ascent Of Golgotha', con riff aggressivi ma nello stesso tempo trascinanti, ed una base ritmica che si mantiene in tiro senza perdere neanche un colpo. Un buon esempio di Thrash influenzato da sonorità death di matrice svedese. Il ritornello è qualcosa di ben composto, da attrarre l'ascoltatore, lasciando però spazio anche a momenti più tirati. Segue 'Atrocity', con un inizio articolato dove si palesa l'affiatamento dei musicisti, portando a tempi più cadenzati thrash conditi da un growl cupo e massiccio, che dona un flavour molto death a tutto il lavoro. Ma il pezzo avanza con qualche mitragliata ed alcuni sprazzi di cavalcate e stacchetti che mostrano un lavoro davvero ben fatto ed articolato, dalla base ritmica in generale e soprattutto dietro le pelli, senza togliere nulla al resto della band ovviamente.
'Trepasing The Shores Of Evil' è un attacco diretto e violento, diciamo pure un attentato all'ascoltatore. Velocità, tecnica e precisione messa a disposizione degli amanti del metal estremo. Ho trovato davvero ben fatta anche la parte rallentata presente a metà pezzo, ma dopo alcuni attimi di respiro riparte in nome della distruzione totale.
Sarebbe limitativo descrivere gli Endless Pain come una thrash metal band, avendo avuto modo di notare, e non solo in questa occasione, alcune sonorità influenzate dal death, a volte di matrice nord europea a volte dalla scuola americana. 'The Prophet' si basa fondamentalmente su tempi medi (per dire mid-tempo in italiano) che danno modo di apprezzare ancora meglio la tecnica di cui dispongono questi ottimi musicisti.
Ma parliamo di tematiche: 'Chronicles Of Death' è un titolo che rende un'idea ben precisa del concetto racchiuso su questo cd. Si parla di morte, di omicidi, di vere e proprie cronache della morte.
Si va dalla strage del Circeo fino all'omicidio di Novi Ligure (Erika ed Omar) passando per la strage di Erba ed il mostro di Firenze, toccando alcuni tra gli omicidi che hanno fatto scalpore nelle cronache giornalistiche italiane. Una scelta che, personalmente, trovo interessante e proposta benissimo. 'Dead End Nightmare' vede presente come special guest Trevor dei Sadist. Un pezzo che mi è davvero piaciuto molto, una situazione musicale dove si respira fortemente un'aria pesante e malata. Sonorità sulfuree, cadenzamenti a metà tra thrash e death che accompagnano i disperati vocalizzi, con inseriti alcuni piccoli attacchi tirati in modo ragionato e un bel riffing work. Certo non parlo di qualcosa di mai ascoltato a tutti i costi, ma di un lavoro sentito e personalizzato si.
Segue '...In Cold Blood' dove la band torna all'attacco, a mio avviso uno dei punti forti del lavoro. Una base thrash di matrice tedesca con inserite alcune trovate varie americane e svedesi. Un connubio ben proposto. 'Slaughter For The Legacy' continua la distruzione con mazzate senza pietà, riff taglienti ed un aggressività da paura! Se avrete modo di assistere ad un concerto dei nostri, con questo pezzo sarà meglio allontanarvi dall'area di pogo per la vostra incolumità! Il groove oscuro di 'Memories Of The Monster' ed i cadenzamenti infernali e le tirate ipnotiche di 'Death Comes Ripping' portano a 'Triple Murder'. Pezzo che con accelerazioni thrash ed alcune timbriche death di matrice americana conclude queste cronache della morte.
Durante tutto l'ascolto ho apprezzato la buona tecnica, e la ricerca della band a favore di una crescita, oltretutto riuscita. Sarà un mio punto debole, ma adoro il modo di suonare del drummer, come ho palesato più volte, quindi mi sono lasciato trasportare dalla base ritmica ben strutturata. I chitarristi hanno saputo creare intrecci di riff davvero corposi, taglienti e nello stesso tempo trascinanti. Il lavoro dietro al microfono è abbastanza cattivo, e se conoscete la band sapete cosa aspettarvi.
L'ascolto scorre fluido, ma se viene ripetuto più volte, come ho fatto io, si rischia di trovare una certa ripetitività (unico neo se vogliamo). Un lavoro che farà la felicità degli amanti del metal estremo e dei fans della band.