ONICECTOMY - Drowning For Salvation



Onicectomy - Drowning For Salvation (2011, Coyote Records)

Da Bari ecco gli Onicectomy, che si presentano con il loro primo album intitolato 'Drowning For Salvation' per l'etichetta russa Coyote Records, che altro non è che un concept sulla religione Azteca ed i suoi sacrifici cruenti. 
Ma di cruento oltre ai testi c'è la proposta musicale! Da un intro lento ed oscuro (tra l'altro molto Horror-oriented) si parte con 'Brain Pressure Breaking Skull', un concentrato di violenza sonora ad alta velocità. Il genere è un brutal death / grind di stampo americano. Per farvi intendere meglio pensate ad un palcoscenico con sopra i Balatonizer, i Fleshless, qualche membro dei Dying Fetus e dei Suffocation pronti per partire all'attacco. Quell'attacco si chiama Onicectomy! 
La seguente 'Burned Heart Extirpation' conferma quanto detto, ma la cosa che non mi aspettavo era di trovare un batterista in pelle ed ossa, poichè moltissime band del genere usualmente si affidano a drum machine del caso. Una sorpresa piacevole, notando anche la bravura del musicista in questione. 
'Tears Purifyng Ways Of Sacrifice' continua il martellamento facendomi venire in mente per molti aspetti i Cadaver Mutilator. Tutta la band mostra attitudine ed energia, e la voce del frontman rende tutto ancora più pesante; un growl che sembra il grugnito di un orco, ovviamente positivamente parlando. Certe trovate chitarristiche (e dico certe) mi hanno fatto pensare ai Brutal Truth, ma giusto un pensiero e nulla di più. La successiva 'Human Flesh Dressing' continua il discorso con accelerate disumane ma non per questo rumorose o fini a se stesse, poichè i riff chitarristici sono ben orchestrati e distribuiti. 
'Virgin Woman Cannibalistic Ritual' parte a bassi toni e volumi per avanzare in un crescendo un po' cadenzato che dopo un veloce stacchetto riparte all'assalto come finora mostrato. Nonostante album di questo genere arrivino a far annoiare l'ascoltatore in modo ossessivo e spesso inevitabile, devo dire che la band riesce ad esularsi da tale risultato. Sia per i pezzi resi abbastanza articolati così da discostare le varie songs che per il piacere di ascoltare la tecnica dei musicisti che cercano di dare il meglio riuscendoci in maniera del tutto convincente. 
Ovviamente non mancano gli assoli acuti accompagnati da riff taglienti come rasoi. 'I Hope You Die' mi ha spiazzato non poco, praticamente una mini suite di sola chitarra acustica. Ma non vi nascondo questa pausa ha favorito un piccolo rilassamento in modo da far prendere aria tra una battaglia e l'altra. Di fatto, 'Sins Piercing Impaled Wombs' riprende in mano le redini di questo toro infuriato perpetrando la violenza finora proposta, e lo stesso vale per la seguente 'Falling To The Cannibal Butchery', dove però vi è presente un po' di rallentamento preso in prestito dai primi Morbid Angel e rimaneggiato e la finale title track che lascia davvero poco respiro all'ascoltatore. 
Arrivando al "conto" non si può negare l'attitudine violenta della band, oltretutto la Puglia sembra stia cercando un primato per le bands violente, visto il numero di stesse che sta partorendo. La tecnica dei musicisti è ottima e sinceramente trovarsi un concept album così composto ed interpretato mi ha fatto piacere. 
Ovviamente è innegabile che non stiamo parlando di una band distante dalle altre, poichè in Italia ne abbiamo molte sulla stessa falsa riga, ma di sicuro di bravi musicisti che quest'oggi offrono all'ascoltatore della buona brutalità messa in musica. Spero, però, sistemeranno leggermente qualcosa per quel che riguarda la produzione che, seppur buona, a volte non rende giustizia a qualche chitarra. 
Facendola breve, un album che chi ascolta metal estremo dovrà procurarsi a tutti i costi, e pensate bene al fatto che la band può vantarsi di non avermi annoiato come sono riuscite a fare, invece, molte altre bands dello stesso genere! Bravi!