YPOTRILL - Logarithmic



Ypotrill - Logarithmic (2011, Autoprodotto)

Eccomi alle prese con quello che per me è una novità, vale a dire una one-man band che propone Death Metal melodico di chiarissima matrice svedese, affidando la base ritmica ad una drum machine. Un genere che personalmente ho sempre visto proposto da band complete. 
Il moniker Ypotrill cela l'ottimo musicista Mario Giannelli che nel 2006 ha dato vita al progetto per puro divertimento e passione per la musica, facendosi accompagnare alla voce da Andrea Cultrera. 
Il lavoro si basa principalmente sul genere citato, con fortissime influenze dagli In Flames, principalmente del periodo 'Colony', ma all'interno del lavoro troviamo anche varie sfumature ed inserti. 
Dall'opener 'Disinibition Of Lymphatic Corroboration' è possibile trovare un mix tra la band appena citata con alcune parti tirate di matrice black metal, melodie che si intrecciano sfiorando il black sinfonico e tappeti chitarristici ben fatti. I momenti si alternano tra attacchi veloci e passaggi più ragionati, mostrando oltretutto la preparazione del musicista. Alcuni contro tempo guarniscono l'ascolto rendendolo interessante. 'Fluctuations Of Infinitesimal Orbits' ha un mood gotico regalato dall'accompagnamento delle tastiere. Qui le sfumature prese dal black sinfonico sono forti ed a completare la voce che si alterna tra scream ruvidi e corposi e growl- grossi ma non cupi, un po' a la In Flames diciamo. 
'Interplanetary Triboluminescence' inizia con un momento ricco di pathos con chitarre intrecciate ed un basso evidente che accentua il tutto. Il pezzo si articola tra momenti di distorsione e chitarre pulite, creando un ascolto articolato e piacevole. Da annoverare l'ottimo utilizzo fatto della drum machine, con passaggi ben programmati e tempi che cambiano volentieri senza alcun problema, creando anche giochi di contro tempo. Inoltre all'interno troviamo alcuni piccoli momenti con sfumature progressive davvero ben inserite e create. 'Ingredients And Photovoltaics' ha un bel tiro che viene coadiuvato da alcuni momenti più "lenti" dove la doppia cassa tiene il tempo trattenuto e le chitarre fanno i loro bei intrecci sonori. E di sfondo a mantenere l'atmosfera le tastiere di cui prima. 
'Thermodynamic Hypotenuse' ha un flavour epico con alcuni forti cori iniziali, come se fossero alcuni Dei cosmici che danno un avvertimento. I giri di chitarra creano una buona melodia dove la voce detta legge e si fa notare per bene. Apprezzabili i cambi di tempo e le variazioni che non rendono piatto il lavoro, rischio in cui è facile cadere, soprattutto in questo contesto. Ma poco dopo metà pezzo alcune chitarre pulite, una tastiera di fondo ed una batteria articolata rendono all'ascoltatore una pausa melodica di matrice progressiva dal buon gusto. Tra l'altro cosa che accompagna anche più avanti il pezzo prima di arrivare alla conclusione. 
Ma la conclusione, appunto, è una delle pecche di questo lavoro, mi spiego, non c'è un finale dei pezzi, ma tutto finisce così, senza una sfumatura dei volumi o un qualcosa che possa terminare piacevolmente le composizioni. 
La song di chiusura 'Divergenr Pragmatic Ecumenical' parte con un inizio fittiziamente calmo per poi partire, a sorpresa, velocissima, ma smorzando subito la velocità e ritornando al momento iniziale con chitarre plumbee e tastiere che accompagnano piacevolmente il tutto. Inserendo anche alcuni piccoli momenti che ricordano il black sinfonico più melodico. Le chitarre pulite di cui ho appena parlato le ritroviamo in chiusura ad accompagnare l'ascoltatore alla fine del viaggio. 
Oltre la pecca delle chiusure dei pezzi, cosa da considerare, ogni tanto la chitarra ha un suono ridondante, che sembra chiusa in una scatola, non sempre, ma a volte. L'autoproduzione è discretamente buona ma andrebbero inseriti alcuni effetti per rendere un po' più omogeneo e corposo il sound. 
Per il resto non posso che complimentarmi per la bravura e la personalità di cui il nostro Mario dispone, che viene comunque miscelata a fortissime influenze svedesi già sentite. I pezzi sono articolati, senza portare alla noia. Di sicuro un ascolto da parte di chi ama il death melodico è dovuto!