Carnal Gore - Etrom (2011, Autoprodotto)
Ritorno sotto i riflettori per i calabresi Carnal Gore, con un sound più curato ed alcune idee più pesanti rispetto al precedente demo autointitolato del 2007 ed il promo di un paio di anni fa. La tecnica e la precisione la fanno da padrona in questo album che racchiude alcuni dei loro già presentati lavori con in se un paio di inediti di tutto rispetto.
La violenza sonora perpetrata da questi ottimi musicisti è non indifferente e riesce a travolgere l'ascoltatore senza problemi. Un death metal molto diretto e ragionato accompagnato da una performance vocale davvero brutale che si alterna tra growl e scream ben impostati, seppur alcune parti sembrano ridondandi, vale a dire, troppo ripetitive e fini a se stesse. Con quel pizzico di voglia di osare in più e di personalizzarsi credo si sarebbero potuti toccare gradini più alti, seppur la performance rimane tra le migliori di quelle che ho avuto modo di ascoltare negli ultimi tempi in ambito Death underground.
Rimangono aloni di quella che prima era un influenza thrasheggiante, facendo avvolgere il proprio sound da trovate molto in stile con i Cannibal Corpse, i Nile (soprattutto per quel che riguarda 'Fall Of Rebirth') e compagnia demolitrice, con alcune strizzatine d'occhio alla band di Dino Cazares, per quel che potrebbero essere alcune trovate in 'Imprisoned Soul' e la title track, oltre ad altri piccoli momenti simili.
Uno dei punti di forza dell'album, oltre ai muri sonori creati dalle due sei corde, è da ritrovare dal lavoro pressochè perfetto proposto dietro le pelli. Ritengo questo album una delle testimonianze che fanno rendere conto che il sud d'Italia, al proprio interno, stia creando e mantenendo vive alcune tra le ottime realtà del metal estremo nostrano. Il lavoro spacca ed anche di brutto, con una sufficiente positività per quel che riguarda l'accoglimento, grazie anche ad una produzione adeguata.
Un bel ricordo della band si avrà anche per merito del boccone finale, ossia la conclusiva 'Imprisoned Soul', con un inizio molto sulfureo e un intermezzo oscuro per poi concludere nel migliore dei modi pseudo-orrorifici. Ma sarebbe stato un po' più opportuno fermarsi un di più sulle composizioni, cercando di personalizzare un po' alcune parti. Resta il fatto che la band composta da ottimi musicisti è da considerarsi promossa!