Interceptor - One with the Beast... Meet with the Damned (2011, Autoprodotto)
Attivi sin dal 2009, i pescaresi Interceptor si propongono al pubblico con questo ep di debutto 'One with the Beast.. Meet with the Damned' quest'anno dopo alcuni assestamenti di line up.
Se dovessi descrivere con due soli aggettivi questo Ep di sicuro direi: veloce e demolitore. Un mix perfettamente equilibrato di Thrash e Speed influenzato dalla scena esclusivamente ottantiana con qualche piccolo riferimento ai primi anni novanta, dove velocità di esecuzione ed una forte dose di aggressività sonora la fanno da padroni, e questo è indiscutibile!
Dopo un intro di musica classica si parte con l'opener '2012' e dal titolo si capisce anche il testo, ossia una visione della catastrofica fine del mondo, dove una base ritmica viene proposta in modo adatto, doppia cassa spacca sassi e riff violenti vanno ad alta velocità e la voce cruda del frontman urla con tanta forza rabbiosa. Ragazzi un pezzo che lascia senza fiato! Tutte le caratteristiche del genere indicato sono presenti. Bello anche l'assolo di chitarra che arricchisce ancor di più la composizione.
I suoni sono ben regolati ed i musicisti non perdono colpi in nessuna occasione. Si avanza nell'ascolto aumentando anche il tiro, quindi passando ad un'aggiunta di aggressività in più con la successiva 'Drag Me To Hell', dove un assalto porta ad una battaglia sonora, facendo trapelare certe influenze da ritrovare un po' negli Slayer ed un po' nei Testament, considerando però una velatura più "moderna" rispetto al pezzo precedente. Le chitarre impazzite continuano a macinare riff su riff mentre la base ritmica non ha un istante di pace. Il vocalist si cimenta anche in qualche sporadico growl grezzo, tra le sue urla schizofreniche e rabbiose.
Si continua la guerra sonora con la title track, dove riff assassini partono ben coordinati attendendo l'imminente attacco del resto della band. Un pezzo dov'è presente meno irruenza però, a favore di qualche parte più "cadenzata" (notare le virgolette), un pezzo dove il vocalist continua con le sue ottime qualità interpretative. Avvicinandoci però alla parte finale della song ci si scontra con una tirata che si potrebbe descrivere come una mitragliata sonora, dopo la quale si alternano anche situazioni più melodiche e ragionate, che donano gradevoli prese d'aria e che accompagnano il pezzo al termine.
Dopo una dovuta presa di fiato, da parte dell'ascoltatore, si procede con 'Take It Out', riprendendo la carica con una doppia cassa martellante e riff corposi, grezzi e veloci. Un pezzo che vi si conficcherà direttamente nel cervello. I nostri sono dei grandissimi amanti della scena degli eighties, lo palesano prendendo le suddette influenze per poi spararle in faccia all'ascoltatore senza pietà. Mai però violenza sonora fine a se stessa, ma un lavoro fatto con cognizione di causa, mettendo in mostra una band dalle grandissime potenzialità e dalla fortissima e genuina attitudine!
Conclude il lavoro una cover di 'See You In Hell' (pezzo dei britannici Grim Reaper, per chi non lo sapesse), che mantiene una base di nwobhm originale, personalizzata però dall'ugola del frontman Fausto.
Spero vivamente che, chi di dovere, si accorga di questa realtà, perchè i musicisti valgono tantissimo ed hanno un'attitudine da far rabbrividire. Inteso che nulla viene aggiunto al genere, ne tanto meno nulla di aggiunto vuole trovare chi lo ascolta e lo predilige.
Facendo un conto finale: la produzione è buona e perfetta al contesto, le caratteristiche per spaccare ci sono tutte e qualche piccolo difetto causato magari dall'inesperienza è totalmente passabile.