GRAVELEAD - Pathology



Gravelead - Pathology (2011, Autoprodotto)

I Gravelead sono una band formatasi nel 2008 a Trieste. Dopo un demo dell'anno successivo ed un po' di esibizioni live si ripresentano con questo 'Pathology', Ep risalente al Novembre scorso. Vediamo dunque cosa racchiude la loro fatica.
Un'intro affidato ad un'organo da chiesa ci prepara all'attacco regalandoci un momento quasi mistico. Il motivo portato avanti dall'organo si congiunge con la prima traccia 'On This Grave', dove lo stesso viene ripreso da tutta la band, che poco dopo si lascia andare a tirate thrash che fanno venire in mente indiscutibilmente i vecchi Slayer.
Il cantato è sgraziato e grezzo come ci si aspetterebbe, una via di mezzo tra Tom Araya ed un qualsiasi vocalist hardcore, ma purtroppo senza il mordente del primo né la violenta espressività del secondo! Il pezzo va avanti tranquillamente, cambiando poco dopo metà durata a favore di un rallentamento dove, dopo un breve assolo da manuale, la band riprende le tirate assassine condite da una chitarra che prende ispirazione da Kerry King. Un pezzo ben fatto, ma senza dire qualcosa di nuovo s'intende, senza un minimo di personalità o di voglia di rendere propria la musica creata.
A questo punto premetto che io dalle band che propongono thrash metal old school non mi attendo virtuosismi particolari, che andrebbero comunque a cozzare con quello che è sempre stato questo tipo di thrash primordiale e minimale, ne tanto meno pretendo innovazioni di alcun tipo, però per attrarmi un cd (così come una band) deve trasmettere passione ed attitudine, due caratteristiche che, se mancassero, renderebbero un lavoro totalmente vuoto, a prescindere poi dal genere. E se possibile qualche segno distintivo che riesca a dare un senso alla band.
Detto questo, è palese il fatto che i triestini Gravelead, ce la mettono tutta, sia come attitudine, sia come voglia di spaccare, unendo alle proprie composizioni una forte influenza presa principalmente dalla scena a stelle e strisce. Ma la cosa che è totalmente assente è la personalità.
'The arrival Of Satan' palesa quanto detto, dove i nostri però, rischiano di risultare un pò piatti, poichè durante l'ascolto le fortissime influenze dei già citati Slayer, dei vecchi Metallica, alcune trovate sulla falsa riga dei Testament e vari spunti dal resto dei loro colleghi americani, quasi coprono la band. Influenze comunque incastonate su una forte base dall'attitudine hardcore, con una convinta incazzatura.
Ma passiamo a situazioni un po' più "ragionate", dove tempi cadenzati si uniscono a sonorità oscure, con la successiva 'Sudarium'. La voce prende una cadenza sinistra rivelandosi quasi disperata, ma dall'essenza nulla, cioè, senza riuscire a trasmettere niente. Prendo questa descrizione come spunto per far presente che dietro al microfono, oltre che una delle due asce, vi è presente una ragazza! Vi posso assicurare che se non ve lo dicessi non ci arrivereste mai a capirlo (o quasi), per l'energia mascolina che Alice riesce a mettere durante l'esibizione. 'Sudden Death', parte con un paio di stoppate per poi decollare con tirate violente e poco dopo la voce si scaglia nervosa sopra alcuni bei riffoni graffianti. Il basso riesce ad avere un suo spazio accostato alla batteria che si articola abbastanza da non risultare ripetitiva, ma non al punto da riuscire a farsi evidenziare. A condire tutto un breve ed acuto assolo che manca totalmente di ispirazione.
Riff scopiazzati dagli Slayer (quelli di 'South Of Heaven') su una base ritmica lenta sono presenti su 'Bleed Hard For Me'. Un pezzo che personalmente ho trovato un pò troppo "cartacarbone", se avessi voluto ascoltare robe simili mettevo un cd dei pocanzi citati americani, almeno ascoltavo l'originale! Poi mettiamoci la voce che si sforza a fare il verso a Mr. Araya e siamo al completo!!! Una song che avrei fatto volentieri a meno di ascoltare!
Confido sulla successiva 'Surgery', dove trovo un cazzuto hardcore, più che thrash metal prettamente tale, dall'energia indiscussa ed una gran voglia di spaccare. Dal vivo sicuramente un pezzo che farà scatenare un violentissimo pogo ed infine anche piacevole all'ascolto, seppur con qualche sensazione di già sentito (forse troppo).
Ora, non prendete queste mie dichiarazioni come un voler distruggere la band, che comunque mostra una sua attitudine ed una gran voglia di spaccare il culo, ma si deve essere obiettivi quando si descrive un lavoro. Certo, gli amanti del genere saranno attratti dai Gravelead, ma la band riesce a collocarsi solamente tra le miriadi di band simili, senza avere quella carica estrema che ne fa innalzare altre simili, ed evitando di cadere a terra come altrettante di schifose. Una via di mezzo, che, con impegno costante, qualche idea in più, ed un'affinamento delle tecniche di composizione ed esecuzione, si riuscirà a lasciar dietro per salire di livello.
Arriviamo così alle due bonus tracks che concludono questo 'Pathology'...
'Bloodbath', ha un sound un po' più grezzo rispetto al resto dei pezzi precedenti ma che fa troppo il verso ai Metallica in molti punti, mentre, 'The Exceptional Rape', mantiene una tirata più violenta, seguendo quanto già detto nel resto della recensione.
Arrivando al conto, non posso negare l'attitudine e l'energia di cui i nostri dispongano, e, personalmente ho ascoltato in maniera fluida l'Ep. Certo se non siete dei veri amanti del thrash è inutile che cerchiate di procurarvi questo album, se lo siete, dategli un'ascolto, è sempre un cd thrash!