Chaos Plague - Chaos Plague (2012, Autoprodotto)
A questo giro, vengono sottoposti alla mia attenzione i lombardi Chaos Plague, formazione death metal attiva dal 2006; che con questo Ep di tre tracce, omonimo ed autoprodotto, si presenta sul mercato per la prima volta.
In apertura ci si ritrova davanti 'In Death I Trust', pezzo aperto da un paio di stacchetti, dove viene lasciata subito strada a soluzioni Death irruenti, diluendo però la vena prettamente distruttiva e d'impatto che dallo stesso genere ci aspetteremmo. Di fatto, i nostri limitano gli "eccessi" del genere, a favore di soluzioni molto progressive e ricercate. Quindi, viene proposta la pesantezza del death, coadiuvata da riff intrecciati che creano situazioni più "ammorbidite", seppur in sede live, qualche pogata, state certi, si avvertirà volentieri. La prima cosa che risalta è la perfetta coordinazione dei musicisti; base ritmica costantemente in piede di guerra e pronta agli attacchi, comunque pronta a risvolti più "soft" (notare le virgolette), growl bello corposo e cattivo, che palesa un vocalist in piena forma e convincente. Anche i riff di chitarra sono ben strutturati, creando quel mood progressivo, come già accennato, che rende un po' più interessante l'ascolto. Qualcosa nella produzione non mi convince del tutto, forse servirebbe un sound leggermente più "chiaro", per rendere la giusta dignità a tutti gli strumentisti, che comunque, riescono a farsi valere.
'Chirality' parte con il basso ben in mostra, accompagnato da alcuni stacchi, per poi partire a pestate cattive. Ma all'interno sono molto ben presenti situazioni molto progressive, a tratti riconducibili ad un background vagamente fusion, con una base ritmica che si diverte a giocare con tempi e contro tempi, e qua un plauso ai due componenti di questa, quindi Matteo e Stefano, rispettivamente basso e batteria. In alcuni piccoli frangenti (e dico piccolissimi), ho avuto una vaga sensazione darkeggiante, pur mantenendosi in ambiti finora descritti. Buon utilizzo fatto della voce da Francesco, che si alterna i prima detti growls, a soluzioni più clean e sprazzi di "urla" disperate. I riff chitarristici, diventano, in questa occasione, più complessi e ragionati, e non vedo alcuna pecca fondamentalmente, se non il risultare, a momenti, un po' già sentiti. Che ciò, ovviamente, non screditi la bravura degli axemen, Davide e Simone. Se dovessi fare qualche piccolo riferimento, ci sarebbero da citare i Pestilence più "esplorativi" in primis, oltre al resto delle band sulla stessa scia progressive death, e qualche alone che, sopratutto in questo pezzo, mi ha fatto venire in mente alcune trovate che mi ricondurrebbero alla memoria Dark Lunacy ed Infernal Poetry (e non parlo di influenze, ma di piccole trovate tecniche in comune). E' da sottolineare come per tutta la durata del pezzo, ossia circa sette minuti, non ci si ritrovi mai in momenti noiosi, il che gioca molto a favore della band! Ma resto della convinzione che, una piccola sistemata alla produzione, e un po' di voglia di personalizzarsi, sarebbero necessarie.Tenendo conto del fatto che siamo davanti un debutto, però, può anche andare bene così.
Conclude il breve Ep 'Sinner's Regret', dove si va direttamente al sodo, con una partenza bella massiccia e martellante, seguendo fondamentalmente il discorso finora fatto. Pezzo diviso in due momenti diversi, di cui la prima metà dedita ad un tiro più diretto, appunto, lasciando affidata alla seconda metà un'apertura molto progressive. Inoltre a favore di clean vocals, che prendono il posto dei possenti growl. Un peccato sta nel fatto che, ci sarebbe voluto un po' più di tempo da dispiegare proprio su quest'ultima parte, dove non mi sembra che i chitarristi siano molto convincenti. Diciamo pure, come se si fossero stancati, e che nessuno me ne voglia. Arrivando alla conclusione.... una band dalle sue indiscutibili potenzialità, con una buona tecnica e tantissima voglia di fare, oltre che passione per la musica. E questo, credetemi, è totalmente innegabile! Certo, ci sono alcune sbavature da rivedere, alcune imperfezioni per poter fare il "grande salto", ma come biglietto da visita, i nostri fanno davvero una gran bella figura. Spero di trovare qualche idea in più alla prossima occasione, o per meglio dire, una voglia in più di osare, senza alcun timore e un po' di personalità!