Hurricane - 'Hurricane' (2014, Autoprodotto)
Ritornano a farsi sentire Marco “Bomber” Santoni (voce/basso) e Maurizio “Angus” Bidoli (chitarre), due musicisti abbastanza noti nella scena Metal italiana di cui non credo ci sia bisogno di presentazioni. Ma dato che tra i lettori si annoveano anche alcuni giovanissimi farò una brevissima e dovuta illustrazione…
Marco e Maurizio, musicalmente parlando, intrecciarono le loro strade nella prima formazione dello storico act romano dei Fingernails (per la precisione nel periodo 1981/88 e nella prima formazione dalla reunion 2006/08), per poi ritrovarli nuovamente insieme nel 2010 formando gli ormai scioltisi Whisky & Pain (di cui recensìi il loro unico lavoro pubblicato ‘Rock and Roll Dynamite‘ del 2012).
Giungiamo in questo 2014 ad una nuova riunione artistica dei due con l’aggiunta, in veste di special guest, del buon Fabio Pollastri dietro la batteria (dopo la registrazione del disco è subentrato in pianta stabile El Tito Maffeo), vedendo prendere vita al progetto Hurricane e del suo primo ed omonimo vagito sonoro; un Ep di sei brani.
Il genere musicale proposto è un logico proseguimento del cammino intrapreso con i prima citati Whisky & Pain, quindi un rock’n’roll diretto, grezzo e maledettamente affascinante condito da influssi speed come solo i Motorhead hanno saputo insegnare a intere generazioni.
E sono proprio i Motorhead che cito perchè alcuni punti di contatto sono innegabili: il cantato di Marco ricorda molto zio Lemmy, con le dovute distanze, e lo stesso dicasi delle linee di basso proposte dal medesimo. La base ritmica è martellante e abbastanza articolata pronta a farvi smuovere come si deve. Tra l’altro i due componenti della base ritmica sono ottimamente affiatati e si sente nell’impeccabile coordinazione. Su questi si stagliano gli ormai noti e ben distinguibili riff di chitarra sparati ad alta velocità dal buon Angus, una garanzia quando si tratta di mitragliate rock’n’roll, oltre ai suoi assoli divenuti ormai come un marchio di fabbrica del “Bidoli sound”.
Certo, non parlo di nulla che sia neanche lontanamente innovativo, poichè il sound è quello già proposto dai nostri tra i Fingernails ed il progetto passato dei Whisky & Pain, come detto pocanzi, ma se volete una bella dose di speed’n’roll vecchia maniera, senza fronzoli e sparato direttamente in faccia questo ‘Hurricane’ vi travolgerà come un tornado in piena attività (e poi se si chiamano così un motivo ci sarà no?)
Il brano d’apertura ‘Take It Or Leave It’, nonchè brano che ha anticipato l’Ep, è molto affascinante con accordi bassi ed una verve strafottente come solo i bravi rockers sanno fare. Il sound sembra provenire direttamente dai tempi d’oro che furono per l’hard’n’heavy, e possono far venire nostalgia agli amanti del passato o rompere a chi ne ha le tasche piene, dipende da quale parte state. Personalmente ascoltando ‘Hurricane’ mi sono divertito e lo continuerò ad ascoltare ancora per molto molto tempo!
Sottolineo anche alcuni accorgimenti che per certi aspetti mi hanno fatto venire in mente alcune composizioni dei Venom, e non sto parlando di somiglianze, sia chiaro, ma più come una sorta di “aloni” o “sbiaditi echi lontani” (ma come son poetico oggi!)
Seguono a ruota libera con una certa logica compositiva ‘My Dark Evil’ e ‘The Hangman’, quest’ultima dalle linee vocali dal retrogusto arrogante mentre la chitarra non vuol saperne di lasciarvi in pace macinando riff su riff (oltre ad assoli ben impostati). La base ritmica è come un treno spedito che non effettua fermate riuscendo a farvi agitare la testa durante l’ascolto dell’intero dischetto.
Si respira aria incattività su ‘Don’t Fuck Me’ dove si fa più evidente, in particolar modo, l’aurea dei Motorhead, seppur la band metta in campo anche farina del proprio sacco, come si suol dire. La frase “I’m a Rocker and you? I’m a fucking bastard!” apre la tagliente ‘Rockers To The Bone’ che contiene delle melodie di chitarra trascinanti e ben costruite, nella loro semplicità.
Conclude l’Ep ‘Shut Up!’, un brano che definirlo “motorheadiano” è solo un eufemismo, tanto è il profumo di Lemmy che sprigiona lo stesso, sia come costruzione che come tutto.
Giungendo in conclusione è chiaro, e lo ripeto, che non si parla di alcun tipo di innovazione e questo potrebbe piacere o meno, come scritto in qualche rigo precedente. Ma è pur certo che gli amanti del rock’n’roll (o speed’n’roll se preferite) vecchia scuola, come il sottoscritto, troveranno del gustosissimo pane per i propri dentazzi! Cosa indubbia è l’estrema, anzi no, estremissima attitudine degli Hurricane, cosa comunque risaputa, e il gran gusto compositivo complementare alla grinta e l’espressività mostrata. (e dal vivo sono ancora meglio!)
L’Ep è autoprodotto in maniera idonea al contesto (in onore al Do It Yourself) e ben mixato da Vittorio Marchetti; mentre l’artwork è a cura di Jaco Deni (copertina) e Arturo Iustini (back cover).
Bentornati Angus & Bomber, sono contento di rivedervi insieme a macinare musica! Lunga vita a voi! E voglio concludere citando un espressione del buon Angus Young (Ac/Dc): “Se un brano vi fa muovere il piede, significa che funziona!” … e voi funzionate benissimo!