Buffalo Grillz - 'Manzo Criminale' (2012, Subsound Records)
Recensione particolare questa dei Buffalo Grillz, e leggendo capirete il motivo. Ma prima di tutto ci tengo a presentare la band a chi non la conosca, e se non la conoscete è grave. I Buffalo Grillz nascono a Roma nel 2008, dall’incontro di quattro menti distorte che, ispirandosi ad una catena di steak house, presero il moniker che tutt'oggi li rappresenta. Dopo un assestamento iniziale di line up, i nostri si misero subito a demolire sistemi uditivi e proclamare “guerra” al veganismo, al perbenismo ed a tutti coloro che si prendono eccessivamente sul serio.
La band è composta da membri di altrettante valide realtà italiane: Tombinor (voce, Undertakers); Cinghio (chitarra, Orange Man Theory); Gux (basso, ex Tsubo) ed il re del blast beat Mastino (batteria, Dr. Gore). In definitiva un All Star Grind Combo! Fatta questa breve ma dovuta presentazione, per i più giovincelli, passiamo a questo ‘Manzo Criminale’, secondo album a distanza di due anni dal loro precedente ed ottimo ‘Grind Canyon’ del 2010, e pubblicato per SubSound Records.
Dopo un intro che riporta una frase di De Niro, tratta da ‘Cape Fear’ di Martin Scorsese, la band parte all’attacco senza farsi attendere, e subito mi spuntano le lacrime agli occhi dalla gioia! Perchè? Perchè la cosa che risalta subito all’orecchio è la produzione praticamente impeccabile, né una sbavatura, né una falla. Tutto in questo disco è perfetto. Non è cosa facile trovare qualcosa di ottimamente prodotto, soprattutto in ambito Grindcore, dove molti son convinti che si debba proporre un sound grezzo e schifoso (roba da matti!).
Già con l’album precedente, i nostri, hanno saputo farsi valere molto, con questo nuovo disco hanno dato ancora di più il massimo! Il genere proposto è puro grindcore, fatto come va' essere fatto, con tutti i crismi e senza fronzoli. Ovviamente contornato dal malsano sarcasmo dei nostri, ma attenzione, qua siamo a livelli di ironia che arrivano nella genialità pura.
Per quanto siano istintive le composizioni, tutto sembra perfettamente calcolato, mai un momento che abbia un senso di ripetitività, mai un momento di noia. Praticamente non un semplice album grindcore italiano, ma l’album grindcore italiano da prendere come esempio! I titoli parlano già chiaro, facendo intravedere quanto detto, i musicisti non si fanno mancare nulla, bersagliando un pò tutti, da ‘Forrest Grind’, primo singolo di anticipazione lanciato in rete dalla stessa band, per passare a ‘Linkin Pork’ sino a ‘Il Marchese Del Grill’ che vi lascerà a bocca spalancata, o ‘Vision Divan’. (Non possono non venire in mente gli Anal Cunt, in questi casi)
Tutti i pezzi sono limitati nel minutaggio, come del resto i nostri hanno sempre fatto e come il genere fondamentalmente richiede. Non voglio far alcun nome più blasonato per paragoni o altro, descriverei questo album semplicemente etichettandolo come Grillz Metal, seppur ci siano aloni palesi da ritrovare un pò nei capisaldi mondiali del genere.
Ogni riff sparato ha un suo motivo di esistere ed è ottimamente intersecato al resto del sound, dove una macchina da guerra ritmica lancia mitragliate senza risparmiarsi, mentre il front man “canta” con un’incazzatura che fa rabbrividire (ma se conoscete la band, non c’è bisogno che ve lo dica io per saperlo), creando, tutti insieme, una sorta di esplosione nucleare. Ma volendo restare in tema all’attitudine carnivora della band, una perfetta colonna sonora per un macello, mentre vengono squartati in continuazione maiali e vitelli, per poi creare una grigliata estrema e piacevole.
In 'Manzo Criminale', annovero alcune partecipazioni speciali come; Gordo (Ratos De Porao) dietro al microfono in ‘Sacro e Scrofano’, Kelio (Rotten Sound) dietro al microfono in ‘Sermoneta Chain Saw Massacre’, Tom (Mumakil) che canta ‘Dawson Crick’, un’assolo di chitarra da parte di Cristiano (Flesjgod Apocalypse) in ‘Forrest Grind’ ed un assolo di sassofono distorto su ‘Dimmu Burger’ da parte di Luca Mai (Zu e Mombu).
Ragazzi, non esiste un pezzo migliore di altri nel disco, tutti i pezzi sono ad elevatissimi livelli nel genere e vanno ascoltati tutti con la stessa attenzione e voglia di accoltellare il vostro prossimo. In conclusione, un album della madonna che non potrete non procurarvi se amate l’estremismo sonoro fatto con maturità artistica, con grandissima attitudine e senza troppa voglia di prendersi sul serio.
Per me il miglior disco del genere di quest’anno, e lo dico già da ora! Un degno successore di quel precedente capolavoro che fu ‘Grind Canyon’ due anni fa… UN DISAGIO SONORO!!!
Alla band i miei complimenti; tutto il mio rispetto e supporto! Grind Like There Is No Tomorrow!