Nerocapra - Vox Inferi (2011, FOAD Records)
Avete presente quelle sonorità schifose del panorama underground che andava dalla seconda metà degli eighties fino ai primissimi anni novanta? Bene, lo stesso propongono i Nerocapra, band proveniente dal Piemonte che si presenta con il debut album 'Vox Inferi' uscito lo scorso 2011 per FOAD Records. La band è in attività dal 2003 ed ha un solo demo alle spalle risalente al 2009. Nonostante le sonorità abbiano molti punti di contatto con band come Venom, primi Morbid Angel, alcuni lavori dei Celtic Frost, Possessed e "porcate" simili, riescono a non risultare troppo ripetitive. "Un'immondizia" sonora allettante. Sta inteso che tutti 'sti termini, usualmente negativi, cambiano di senso in questo contesto, che sia chiaro.
A proposito di negativo - ogni singolo secondo di questo album sprigiona, appunto, negatività ed una vena fortemente malvagia e rozza.
Già l'intro, 'Vermi', fa dedurre cosa ci si appresta ad ascoltare. La prima vera e propria traccia, 'Autofagia', si apre con un riff roboante, accompagnato da un ambientazione malsana, per poi partire all'attacco in maniera psicotica ed oscura. Notevole il cantato, un growl molto sinistro e dalle tonalità basse, che fa immaginare che sia un demone a cantare. Tempi cavalcanti ben tenuti dalla "base ritmica" e riff assassini e schifosamente accattivanti. Si passa da alcune tirate death metal di primordiale scuola dal flavour black / thrash e riff che trovano radici nelle origini della NWOBHM.
Tutte le tracce seguono questo stile, regalando un fascino estremamente morboso, contornato da un flavour primitivo da far paura, ancor più sottolineato dalla produzione volutamente minimale e cruda, ma non per questo fastidiosa, anzi! All'interno del lavoro ci sono alcuni momenti atmosferici, come un piccolo frangente in 'S.A.', dove a regnare, come sempre, il granitico e sporco growl ed i ben fatti riff. Si palesa, inoltre, una grandissima coordinazione e preparazione, oltre che tantissima attitudine genuina. E ci tengo a sottolineare estrema e totale attitudine, senza la quale un lavoro simile non sarebbe potuto esistere.
Marcissima 'Heaven Smile', molto death, anche se i più certosini additerebbero certe soluzioni come 'proto death / black metal', ma io no poichè, oltretutto, detesto il termine "proto". La "base ritmica" farebbe pensare ad un carro armato in fase d'attacco, uno di quei vecchi carri armati spacca sassi, mentre le due asce lanciano frecce avvelenate.
Particolarità da annoverare, arrivati a questo punto, l'assenza del basso, quindi intendete il termine 'base ritmica' inteso come la sola batteria (ecco perchè lo scrivo tra virgolette). Ma vi assicuro che va benissimo anche così! Anzi, con tale caratteristica, il sound dei Nerocapra risulta ancora più grezzo di come vi immaginereste, facendo ben presente, però, che l'ascolto è totalmente godibile, se amate queste situazioni.
Si continua con le successive tracce, passando dalle mitragliate presenti in 'Frail Bones', dove sono presenti anche alcuni spunti che farebbero pensare vagamente, in alcuni piccoli momenti, il punk/hardcore, ma molto vagamente. Continuando, facendosi investire da 'Il Sole In Terra', un bel pezzo davvero, ai limiti del grind, per quanto concerne velocità e cattiveria. Uno dei pezzi presenti cantati in italiano. Passando per 'Il Capronero', da alcune situazioni un po' più cadenzate, che anticipa 'Vermi 2', logico proseguo dell'intro. Un momento di tetra e schifosa calma. Ma si riprendono le ritmiche, seppur in maniera più atmosferica e "soffusa", almeno inizialmente, con 'Gabbia Di Contenzione', ma ci si ritrova quasi subito in situazioni che farebbero venire in mente, in maniera inequivocabile, i primi lavori di Quorthon (che se non sapete chi è, vi suggerisco di non tenere neanche conto del metal estremo).
Dopo 'Boot On You', dai riff davvero attraenti e putridi, si giunge verso la fine passando da 'Mezzo Uomo', davvero annichilente e demoniaca. Non vi nascondo che, per alcuni piccoli aspetti, per quando riguarda la parte cantata, mi sono venuti in mente i nostrani Electrocution, ma giusto alcuni particolari.
Termina l'album 'Philo', che parte con un'attacco prettamente thrasheggiante, per seguire quanto fin'ora detto, E vi assicuro che quello che la band dice, lo dice realmente bene e con cognizione di causa! Da annoverare anche la copertina grezza e schifosa, molto in tema. Dedurrete, un lavoro tutto d'un pezzo che non teme rivali, nel genere! Certo, nulla di innovativo, ma fatto fottutamente bene! Se adorate certe "schifezze" sonore non dovete assolutamente perdervi questo album! Io l'ho ascoltato un bel po' di volte ed ancora lo ascolterò, è impossibile resistergli!