The Nosebleed Connection - 'Nosebleeders' (2011, autoprodotto)
The Nosebleed Connection è un combo laziale formatosi nel 2001, dall’unione di alcuni membri provenienti da piccole band del luogo, nello specifico da Palestrina (Roma). Dopo due album di cui si è ben parlato, usciti a distanza di cinque anni l’uno dall’altro, i nostri ritornano nello scorso 2011, quindi dopo altri cinque anni, con il loro terzo lavoro, questo autoprodotto 'Nosebleeders'. Sin dall’opener '3.32' la band mette in chiaro le proprie intenzioni, ossia farvi sanguinare violentemente, di fatto il titolo del cd non è da prendere con leggerezza. Violenza, rabbia e velocità sono i pilastri fondamentali del sound dei The Nosebleed Connection.
Una perfetta commistione per quel che riguarda il thrash metal e la vecchia scuola punk/hardcore americana, con spunti più moderni ed un sound bello corposo. L’obiettivo della band credo sia il non lasciar scampo all’ascoltatore e ci riesce in maniera convincente ed ottima. 'Your Game Is Over' e 'Jonestown' sono pezzi che vi aggrediranno frontalmente senza pietà. Solo violenza sonora, ma mai fine a se stessa, poichè i musicisti sanno quel che fanno e lo fanno con attitudine da vendere, ispirazione ed un’ottima capacità esecutiva.
I nostri hanno riversato tutta la loro rabbia nelle composizioni, creando un sound dal potente impatto, tralasciando tecnicismi vari, nel senso che dovrete scordarvi assoli e momenti soft. Ben impostata la parte vocale, ispirata e rabbiosa come ci si aspetterebbe in questi casi, con alcune somiglianze al frontman degli attuali Sepultura.
Tirata hardcore massacrante anche in 'Scum Of The Sistem / The State Of Piranas' dove, però, ci si ritrovano anche momenti più cadenzati in mezzo, che fungono da piccole prese d’aria tra una rasoiata e l’altra. I riff chitarristici sono travolgenti, accompagnati da una base ritmica sempre pronta martellare senza sosta. Il tutto con un autoproduzione davvero ben riuscita, dove ogni musicista riesce a non essere sovrastato dai propri compagni di squadra, anzi, riuscendo ad avere un sound ben amalgamato con gli altri componenti. All’interno del pezzo troviamo gli unici assoli presenti nel platter, seppur brevi e minimali.
Si giunge verso la fine di queste bastonate thrashcore con la buona 'Through The Venom', per arrivare alla finale 'The Grip Of Steel', che da metà durata si apre a rallentamenti sonori, seppur si resti fermi ad un sound massiccio e possente. Si sfuma a galoppo di riff duri come un macigno per concludere un album che farà felici tutti gli amanti delle sonorità molto core. Con alcune influenze, aggiungo, di matrice Machine Head-iana. Non posso non complimentarmi con la band, per un lavoro fatto egregiamente, con cognizione di causa, evitando di cadere in trovate metalcore moderne, cosa estremamente facile in questo contesto.