Lilyum - Human Void (2012, Magma Productions)
Eccoci davanti il nuovo lavoro dei Lilyum, progetto black metal nato e capitanato dal torinese Kosmos Reversum. I nostri, dopo quella perla oscura che fu ‘Nothing Is Mine’, lo scorso 2011, ci propongono questo Ep di cinque tracce, 'Human Void’, dove viene abbandonata la precedente drum machine, a favore di un ritorno del validissimo Frozen (Valefar ed Arcanum Inferi) dietro le pelli, l’ex vocalist J.H. Psycho dietro al basso e, come le ultime produzioni, il buon Xes (Infernal Angels e Biblys) al microfono. Partirei dall’artwork ben curato sotto ogni aspetto. Un lavoro semplice ma d’effetto, che mostra l’attenzione dei nostri per ogni particolare.
In apertura troviamo ‘Prelude – Visualize The Void’, una situazione space-ambient, volendo, dai risvolti malinconici ma allo stesso tempo oscuri e molto avvolgenti. Si parte all’attacco con ‘The Flame Of Hate’, dove dovrete dimenticare ogni forma di compromesso e clemenza sonora.
Il pezzo è un puro concentrato di black metal maligno come non sempre si trova in Italia, dove il riffing work del preparatissimo Kosmo Reversum fa la sua degna figura, come sempre, con un lavoro molto sentito, come se a suonare la chitarra sia l’anima oscura nascosta del musicista, tramite le sue mani. Nessuna pausa durante l’ascolto, a parte un brevissimo stacco verso la fine, dove, oltretutto, si rimane impressionati anche della crescita del buon Frozen.
Xes riesce a lanciare, verso l’ascoltatore, come una sorta di diabolica “profezia” che costringe ad ascoltare e farsi prendere dalla morsa di questo oscuro fiore del male, i Lilyum. Un cantore disperato ed inferocito. La produzione è ben riuscita e perfetta a questo contesto, volutamente lo-fi, mettendo, però, ben equilibrati tutti gli strumenti ed allineare perfettamente la voce alla base musicale.
‘Towards The Pitch Black Sea’, come alla fine tutto il prodotto, segue coerentemente quanto propagato dal black metal di vecchia scuola, quello dei primi anni novanta, per intenderci, in nord europa.
Un pezzo dove la band sembra aver preso un po' più di grinta, rispetto al pezzo precedente. Il basso di J.H. Psycho è costantemente un’infernale rombo che segue con coordinazione magnifica l’operato del drummer, sempre preciso, velocissimo quando serve e perfettamente a suo agio nei momenti più cadenzati. Una traccia più articolata rispetto all’opener, seppur nulla di estremamente tecnico, dove si alternano cavalcate oscure e momenti più sulfurei.
Anche questa volta la band fa bella figura, pur non promuovendo nulla di innovativo, ma la personalizzazione sta nelle emozioni distorte e morbose che si riesce a trasmettere, in questo caso.
Se vi immergerete nell’ascolto con interesse ed attenzione, come dovrebbe sempre essere, verrete catapultati nel “mondo” che i Lilyum, da dieci anni, compongono con assoluta attitudine e genuinità.
Dopo l’ausilio di una base ritmica per metà tecnologica in ‘Fear Tension Cold’ (2010) e nello scorso ‘Nothing In Mine’ (2011), i nostri ritornano su passi più tradizionali, un po' come avevano proposto in ‘Crawling In The Past’ (2010). Ovviamente con una crescita sotto ogni punto di vista. Con una maggiore morbosità e voglia di pervadere l’ascoltatore con la loro oscura essenza.
Continua questa tempesta fredda e profondamente (ed intimamente) color pece, con ‘Disgust’. Ottima la performance vocale di Xes, che impersona alla perfezione il senso di disgusto indicato dal titolo.
Ogni nuovo lavoro della band, riesce a sorprendermi per l’efficacia dei riff di chitarra, che, seppur classici per il genere, e sempre minimali, hanno la capacità di fare effetto e tranciarvi via ogni speranza, di graffiarvi in maniera notevole il volto, lasciando bene il segno. E non parliamo della pelle d’oca che vi verrà durante l'ascolto!
Volendo fare una similitudine letteraria, immaginatevi un racconto horrorifico dove, nella parte più leggera, vi si attorcigliano le budella per le sensazioni di disagio; è la stessa cosa che proverete durante l’ascolto di questo Ep. Un disagio, seppur da intendere in maniera non negativa verso le composizioni.
In conclusione troviamo la title track, ‘Human Void’, con un vortice sonoro che, con una sua “ariosità” sinistra, vi farà viaggiare nei gironi infernali, fermandosi in alcuni momenti cadenzati, dove una marcia pesante e disperata vi trafiggerà senza tregua.
Subito si riparte sparati con un riff acuto che segnerà un certo flavour “psicotico” che vi ammalierà senza nessun problema.
Arrivando al conto, possiamo tranquillamente affermare che i Lilyum, dopo anni di esperienza, hanno confermato di essere una delle realtà più interessanti dell’ambito estremo ed oscuro della nostra nazione. L’unica cosa che spero vivamente, anche se di difficile speranza, è il vederli dal vivo. Ma con una formazione che conta i membri lontani tra loro, geograficamente parlando, è davvero difficile per ovvi motivi.In alto le corna e che il lato più tenebroso dell’esistenza umana vi travolga con i suoi tentacoli avvelenati!
I Lilyum sono più vivi ed in forma che mai e noi gli auguriamo di proseguire questo cammino fino all’arrivo dell’Apocalisse! Se amate il black metal più marcio e malsano che esista, dovrete procurarvi questo Ep a tutti i costi!