O - Il Vuoto Perfetto



O - Il Vuoto Perfetto (2012, Grind Promotion)

Da Biella ecco arrivare gli O, band particolare che dopo uno split con i Hungry Like Rakovitz ed alcune interessanti attività live, giunge al proprio debutto discografico sulla lunga distanza, intitolato 'Il Vuoto Perfetto'.
Non conoscevo prima di ora la band ed ammetto di essermi trovato un po' spiazzato, vista la miscela sonora estrema proposta. I biellesi riescono a proporre quello che definirei "alternative grind" (passatemi il termine), nel senso che al grind vengono intromesse pesanti sensazioni post-core ed inflessioni sludge. Non mancano riff di matrice black metal ed alcuni lievi influssi dal retrogusto progressivo, fermo restando che parliamo di ambito estremo.
Dall'opener 'Apnea', con una cadenzata e claustrofobica introduzione, spezzata da una partenza monolitica, fino all'ultima traccia si respira aria malsana ed efferata cattiveria sonora, ma mai fine a se stessa. 'Il Vuoto Perfetto', a detta della stessa band, è un disco negativo ed esistenziale che ricerca, attraverso suoni e parole, l'auto annullamento come luogo di perfezione.
Tramite le nove tracce presenti, per una durata di mezzora, la band riesce a dire la sua, forte di testi (in italiano) altamente ispirati e sentiti interiormente. Oserei definire gli stessi quasi delle poesie disagianti e terribilmente negative.
Ogni singola traccia ci porta in questo viaggio degli O, passando dalla vorticosa '-', dove sono presenti anche riff di matrice death melodico che ricordano la scuola svedese, seppur ogni influenza racchiusa in questo disco sia stata "manipolata" e resa personale. Non mancano episodi ancor più estremi come 'Contemplando', ad esempio, dove corposi riff di matrice black metal si accostano a grigie melodie di fondo, con una base ritmica martellante ed un cantato urlato e totalmente disperato, dove l'ascoltatore riuscirà facilmente a perdere le speranze per il futuro. Le sfumatura noiseggianti rendono ancora più negative le sensazioni mentali percepite, donando, in alcuni frangenti, come in 'Non è Vivo', una forte voglia di perdere qualsivoglia positività della vita.
Un lavoro che va ascoltato con la mente libera ed assimilato con attenzione, per poter scorgere le numerose sfumature sonore presenti. Un plauso alla produzione che riesce a render giustizia ad ogni membro della band, anche in situazioni dove si arriva a limiti caotici. E la cosa è sorprendente, se si pensa che le registrazioni siano avvenute in presa diretta, con mezzi fondamentalmente analogici, per il voler restare il più vicini possibili alla resa live. L'unica sovra-incisione avvenuta è stata per quanto riguarda le chitarre.
Alla fine di tutto, arrivando nel punto più basso del proprio 'Io', si giunge a 'L'inizio', pezzo grind molto trita ossa che fa intendere che la fine del lavoro sia solo l'inizio dell'evoluzione per gli O. Diciamo pure che questo è un lavoro di "transizione" per quello che sarà il futuro sound ed operato in generale, della band.
Io non posso che complimentarmi per la qualità tecnica ed esecutiva e per le idee estremamente vincenti adottate dai musicisti e per la perfetta performance vocale che è riuscita a trasmettere totale rabbia e disperazione. Adesso attendiamo quello che si prospetta un ottimo futuro album!