Urticant - Apocalyptical Invocations (2012, Obscurus Records)
Gli Urticant sono un duo estremo proveniente da Massa, nato dalle menti malsane di Noctuaria e Mortifero. Questi due personaggi altro non sono che le due teste contorte che diedero vita, nel 2008, ai Nebrus, di cui recensìi il buon ‘From The Black Ashes’.
Dopo alcune demo song ed un periodo di stasi, dovuto agli impegni con i citati Nebrus, gli Urticant si sono messi all’opera per creare ‘Apocalyptical Invocations’, un Ep di sei tracce uscito lo scorso 5 Settembre per Obscurus records e limitato a 66 copie numerate a mano.
L’intenzione della band, stando alle note d’accompagnamento, è dichiaratamente quella di rendere omaggio al panorama estremo di fine anni ottanta; Hellhammer, Possessed, Mayhem (epoca ‘Deathcrush’) ed i primi Bathory. Ma vediamo da vicino questo prodotto...
L’artwork è in tema al contesto, con alcuni dannati che invocano l’apocalisse, che non tarda a farsi sentire già dalla prima traccia, ‘Burial Of Affections’, che vi avvolgerà mettendovi in totale disagio. Tempi cadenzati e morbosi, con riff corposi e marci, mentre la voce di Noctuaria vi guiderà in questa discesa negli inferi.
Un vortice oscuro che vi “tedierà” durante tutto l’ascolto, così come anche tutto il resto del platter.
‘Intolerant Deathfuck’, si muove in tempi più accelerati, proponendo un black/thrash che sembra provenire realmente da fine anni ottanta/primi novanta, dove fanno capolino varie influenze dell’epoca.
C’è da dire che prodotti come questo sono una costante fonte di “battaglia” tra i metalheads di tutto il mondo; seguire un prodotto che porta avanti la vecchia guardia o innovarsi e dire qualcosa di nuovo….. è proprio questo che spesso divide in frange i fruitori della nostra amata musica.
Io partirei, comunque, dal presupposto che un ep come questo viene presentato, sin dall’inizio, come un omaggio all’epoca d’oro del metal estremo, quindi con cognizione che si vuol proporre semplicemente il proprio genere preferito, di appartenenza, senza volersi spingere oltre. Così stando, si previene qualsiasi tipologia di “battibecchi di genere”.
Quello che mi colpisce di questo ‘Apocalyptic Invocations’ è la vena sinistra e malsana che riesce a racchiudere in se, sparandola direttamente in faccia senza riserve e facendo colpo, senza annoiare o risultare troppo ripetitivo. Un’attitudine mostrata dai musicisti che fa paura, con grandissima convinzione e cattiveria sonora.
La produzione è perfettamente idonea all’idea degli Urticant, cioè di riproporre sonorità di vecchia scuola nera, riuscendoci alla grande. Un vortice sonoro solforoso in grado di costringere la mente di chi ascolta in ambienti musicali tediosi, incubi demoniaci ed energia fetida.
Pezzi come la sofferente e disperata ‘I am Armageddon’, e la massiccia e diretta ‘Demon Fever’ vi travolgeranno senza via di scampo.
Ancora una volta impeccabile, nel contesto, la performance vocale di Noctuaria, che si mostra in perfetto stato di salute, con verve malsana ed un’interpretazione che definire apocalittica, credetemi, il termine ci sta tutto! Per quanto riguarda la parte musicale, ben coordinato Mortifero, che riesce ad unire abbastanza bene le parti di chitarre, basso e batteria, suonati interamente da lui.
Verso il termine di quest’ultimo pezzo si giunge ad una spinta acceleratrice tormentosa, per poi passare attraverso gli ultimi due gironi infernali che completano questo diabolico dischetto.
‘Holy Regurgitation’, pezzo che definire malato sarebbe riduttivo, con all’interno monolitiche inflessioni doomeggianti e la conclusiva ‘Rabid Death’; rabbiosa e dai risvolti epicamente oscuri, dove la doppia cassa martella pesantemente. Incroci di riff che si innalzano possentemente, creando soluzioni da pelle d’oca.
Tutto questo ben di dio, (anche se dio impallidirebbe davanti questo ep), è indirizzato a coloro che adorano certe situazioni musicali old school marce e fetide, senza attendersi nulla di nuovo. Per chi vuole a tutti i costi novità, non ne troverà.
La band si mostra carica di odio ed attitudine, come dissi prima, riuscendo a proporre quello che più gli piace, infischiandosene fondamentalmente di voler spiccare per innovazione, e questo è un dato di fatto. Pezzi di semplice e lineare costruzione che riescono a prendervi tragicamente tra i loro tentacoli avvelenati, senza darvi la speranza di rivedere la luce del sole.
Per quanto mi riguarda, un ep che ho ascoltato con piacere e che mi sento di suggerire a coloro che adorano il metal estremo dei tempi che furono. Ma attenzione…. “lasciate ogni speranza, o voi che entrate”!