GRUMO - Voglio Vederti Sprofondare



Grumo - Voglio Vederti Sprofondare (2012, Scimmia Bastarda Records)

I Grumo sono una band modenese dedita allo schifo totale, il che è detto in senso positivo. Giunti quest'anno al secondo album, 'Voglio Vederti Sprofondare', i nostri estremi musicisti mettono in chiaro le proprie intenzioni di sputare in faccia all'ascoltatore la propria rabbia, condita qua e là da dosi schifosamente sarcastiche. La lavorazione di tutto ciò è durata all'incirca tre anni, poichè la stessa band afferma, tramite le note nel booklet, che suonare, per loro, non vuol essere un lavoro e mai lo è stato. Semplicemente uno sfogo e nulla di più.
Dopo tale illustrazione iniziale, credo si arrivi ad intendere, più o meno, che parliamo di una band grindcore. Nulla di nuovo, fondamentalmente, ma fatto discretamente bene e con grandissima attitudine e cognizione di causa. Quel grindcore che trova molte radici in band come Cripple Bastards e Jesus Ain't Poland, per intenderci, molto diretto e senza fronzoli.
La band utilizza per la maggiore testi socialmente impegnati, vedasi 'Che Te Ne Fai di Un Titolo' e 'Questo Mondo Perfetto', ad esempio, conditi da momenti esilaranti, sia per gli stessi testi ('Scruto il Tuo Discreto Scroto') che per alcune soluzioni di grind estremo come in 'Tre Volte Morto', dove una sorta di conati di vomito si susseguono con una base ritmica e riff buttati lì a riempire i dieci secondi di durata della traccia.
Dalla già citata opener, 'Che Te Ne Fai Di Un Titolo', la band cerca di spiazzare, mettendo come intro un momento pianistico soft che viene interrotto bruscamente da riff ruvidi e potenti, lanciati su una base ritmica grezza e per certi aspetti "cavernicola". Un pezzo dove si alternano variazioni che passano dal cadenzato alle accelerate spacca sassi. Ci tengo a precisare che i musicisti sono comunque preparati e ben coordinati!
La produzione è minimale, ma riesce a mettere in linea i volumi, ma d'altro canto, ci troviamo ad un classico album del genere, né più, né meno. Il problema sta nel fatto che dopo un po', già al primo ascolto, si sfiora la noia prima ancora che l'album finisca, almeno che non siate estremi adoratori di tale grindcore sgraziato e ribelle. Certo, sottolineo che la band ha una sua validità e riesce a crearsi un suo spazio, anche con una sua personalizzazione, seppur non molto marcata. Ma ormai, dopo tantissime band sulla medesima vena artistico-musicale, non stupisce quasi più nulla.
Si arriva quasi alla fine notando che la band non riesce a smuoversi da quanto già detto con la prima manciata dei pezzi presenti nel disco, seppur l'ascolto non sia tedioso, sia chiaro, anzi. Ma sono dell'idea che se le idee non siano molte, risulta superfluo proporre molti pezzi, magari perchè da una lavoro simile ce lo si aspetti. Ovviamente non mancano i momenti di schizzata "follia" come 'Io Non Sto Bene', dove il vocalist ripete la stessa frase ossessivamente, durante una situazione sonora massiccia, seppur non accelerata.
Nota di merito alla finale bonus track, la cover di 'Hard As a Rock' degli Ac/Dc, ovviamente riproposta dai Grumo seguendo il proprio sound, seppur con le immancabili inflessioni rock'n'roll, che si coagulano bene allo "sconvolgimento" grind del caso. In finale la celebre frase tratta dal film di Fantozzi: "92 minuti di applausi", con relativi applausi di fondo, così da rendere più simpatico il tutto. Nulla di particolarmente esaltante, ma divertente si.
Giungendo al termine, è constatabile un'album grindcore dal facile ascolto, per quanto concerne il genere, senza pretese alcune. Un lavoro fatto per la propria passione e per la voglia di urlarvi in faccia rabbia e prese per il culo. Ma lungi dall'essere un lavoro che lasci il segno, il che non debba essere frainteso come un denigrare il lavoro altrui.
Gli amanti di tale genere lercio troveranno un ascolto abbastanza gradito, ma per tutti gli altri non saprei, prima dategli un ascolto preventivo; ma tenete conto che si parla di un genere di nicchia!