VIOLENTOR - Rot



Violentor - Rot (2012, EBM Records)

Dalla stupenda toscana riemergono con rinnovata grinta i Violentor. Fautori di un’ottimo dischetto omonimo nel 2010, i nostri grezzi musicisti si rifanno vivi con l’album ‘Rot’, sotto l’ala della messicana EBM Records.
L’album è un ottimo connubio di thrash/speed metal di vecchia scuola, con pesanti inflessioni punk-hardcore, riuscendo a farvi esplodere il sistema uditivo, e non sto esagerando! Per farvi un’idea ancora migliore; pensate una jam session tra Venom, Motorhead, Slayer, Sodom e qualche band hardcore americana dagli albori del genere. Il risultato potrebbe tranquillamente essere questo ‘Rot’. Quindi, ne dedurrete, un missile sonoro grezzo, sporco e monolitico.
Apre il lavoro la title track, con riff cattivissimi ed una ritmica sparata a folle velocità. Innegabile il fatto che il cantato di Cane, voce e chitarra, rimembri per mille aspetti Lemmy Kilmister, seppur con le dovute differenze, ma siamo lì! Si passa da episodi dal sapore molto speed come ‘Better Dead Than Slave’, dove non manca anche un momento cavalcante di matrice slayer-iana, a soluzioni più marcatamente hardcore come ‘Free Spree’, dove la band mostra una grandissima preparazione ed attitudine innegabile. Si passa tra questi generi con assoluta fluidità e perfezione.
La produzione è minimale e cruda, che non vuol dire una cagata, rendendo ancor più diretto tutto il lavoro, donando quella sensazione di genuinità. Oltretutto passione ed attitudine colano da ogni singolo riff, da ogni singola pestata di batteria e da ogni roboante tocco di basso, così come colerà sangue dal vostro corpo, dopo aver partecipato ad un concerto dei Violentor. State certi che il minimo che possa aver luogo in sede live, sarà un pogo tremendo!
Si prosegue l’ascolto con ‘Voodoo’ e ‘Rabid Dog’; vorticose e travolgenti, senza presentare mai, però, violenza fine a se stessa. Di fatto, i pezzi sono ben costruiti, seppur sempre istintivi e selvaggi. Ecco, una definizione adatta ai Violentor è senza ombra di dubbio “selvaggi”, visto l’assalto sonoro verso l’ascoltatore; senza via di scampo e senza pause per riprender fiato. Una prepotente vena compositiva motorhead-iana si presenta, in particolar modo, in ‘Demonical Tutor’, dove alla stessa viene intrecciata una trama chitarristica possentemente thrash’n’roll. Anche qui un bell’assolo sparato a folle velocità. Fantastica la bestemmia urlata con rabbia verso il finale, in italiano, così da esser più chiari!
Ci si avvicina verso la fine del disco con ‘Fuck The World’ e ‘Breath Of Hate’; pesanti inflessioni punk rabbiose nella prima e protuberanze massicce di matrice prettamente thrash nella seconda. I Violentor urlano con vigorosa incazzatura, urlano testi scritti con la propria anima ribelle.
Momento soffuso ed atmosfericamente oscuro nel mezzo di ‘Breath Of Hate’, dove aleggia un certo gusto maligno e soluzioni di matrice thrash, della vecchia guardia a metà tra scuola americana e scuola teutonica. Subito dopo però la band riparte a razzo con un’assolo velenoso e diretto a cura di Damiano “Idda” Porciani, ospite d’onore del disco.
Ogni musicista fa la sua (s)porca figura, mostrandosi all’altezza della situazione. Certo una situazione che fondamentalmente non propone nulla di mai sentito prima, ma la band può tranquillamente vantare una sua personale miscela sonora che la innalza indubbiamente da centinaia di band simili, per non dire nuovamente la stragrande attitudine mostrata. Credetemi, in questi casi l’attitudine e la passione si palesano, sia dal modo di cantare, che dal modo di porsi con gli strumenti in mano, senza la quale non si potrebbe mai partorire un album come questo ‘Rot’.
Conclusione affidata a ‘The Last Sentence’, con un basso corposo che apre “le danze”, muovendosi subito dopo, tutta la band, in territori cadenzati e sulfurei. Ancora un’ultimo episodio rabbioso dove la band sputa “l’ultima sentenza”, regalando un momento che, seppur non contenente alte velocità come il resto delle song presenti nell’album (a parte un frangente nella seconda metà), riesce a mantenere un forte senso di pesantezza, con la batteria di Rasha che si muove in maniera perfetta tra passaggi martellanti, accompagnata nella parte ritmica dal basso vorticoso di Rot ed i riff chitarristici del prima citato Cane, che macinano senza pietà. Alla fine dell’ascolto, il nulla!
Ogni amante del metal diretto e ruvido, con contaminazioni punk-hardcore, dovrà far suo questo gioiello di grezzume, ne rimarrà senza dubbio soddisfatto! Disponibile dal prossimo 24 Novembre, quindi manca davvero poco! Un plauso personale alla band, che è riuscita a farmi demolire il collo a furia di fare headbanging durante tutto l’ascolto. Non si trovano tutti i giorni così tanta rabbia e cattiveria sparati a folle velocità, mantenendo comunque una velatura personale, senza cadere in plagi e/o ripetitività.
Ed ora, ripigiamo il tastino ‘play’ sul lettore e ricominciamo la guerra!