PSYCHOS - Sol#



Psychos - Sol# (2012, Autoprodotto)

Gli Psychos sono un trio toscano che vede luce per mano del suo leader, Andy “Psycho” Romi (chitarra/voce), nel 2010. Dopo il completamento di line up con Giulio “Steve Zappa” Bizzarri al basso e Luca Di Stefano dietro le pelli, i nostri si propongono con il loro primo lavoro intitolato ‘Ricordi’, dello scorso anno, ed alcune esibizioni sul palco. Quest’oggi, dopo gli apprezzamenti ricevuti da pubblico e critica, gli Psychos si ripropongono con l’album ‘Sol#’, autoprodotto. Vediamo il contenuto…
Apertura del disco affidata a ‘Sol# Minore’, aperta da una chitarra plumbea, sulla quale, poco dopo, si adagia il cantato, dal risultato avvolgente. Un pezzo piacevole e dal ritornello molto gradevole, condito da cori ben inseriti.
Pure emozioni musicali soft, che nell’avanzare della song si uniscono ad un’accelerata energica, ma mai violenta. Ottimo l’assolo di chitarra proposto nella parte finale, molto antemica.
Gli Psychos si rifanno molto al rock di vecchia scuola (anni 70/primi 80), con alcune inflessioni di matrice italiana, vedasi certi New Trolls, ad esempio. Definirei il tutto come un sentito rock d’autore.
Più grinta in ‘Tutto o Niente’, dove ritmiche “incattivite” s’intrecciano a momenti melodici dal retrogusto “pop”, ma non storcete il naso. La base del lavoro è un classico rock, che spazia dalle soluzioni più commerciali a frangenti più hard.
L’inserzione di tastiere, nel pezzo, dona quell’aria progressiva settantiana che riesce ad affascinare e farci fare un salto indietro nel tempo.
‘Giudicami’ è aperta da una chitarra effettata su una base ritmica abbastanza articolata. Per certi aspetti, musicalmente parlando, il pezzo è come un proseguimento della song precedente, quindi donando un senso di continuità. Il ritornello è attraente – attrarre, alla fine, è quello che ben riesce alla band – con melodie ben costruite e tempistiche che riescono a mantenersi vive, senza mai stancare durante l’ascolto.
Apertura dal sapore molto sabbath-iano in ‘Odio’, pezzo dall’inizio vorticoso che si apre a momenti dalle pesanti tinte progressive e, con in se, cambi di tempo repentini e ben riusciti.
Una delle cose che apprezzo è l’utilizzo della lingua italiana per i testi, così da poter fruire meglio degli stessi. Testi intimi, che ogni ascoltatore può far propri, rispecchiandosi in essi.
Situazione soft ed ariosa in ‘Lasciami Correre Via’, dove in apertura troviamo la voce, sorretta da una chitarra pulita e la tastiera che cuce una melodia dal retrogusto vagamente “folk”.
Una canzone molto orecchiabile, così come anche gli altri pezzi, ma che non si nega ad aperture più energici da cantare dietro la band, come il ritornello.
La melodia la fa da padrona durante tutta la durata del disco, palesando dei musicisti ben preparati e con una tecnica molto buona.
I pezzi fondamentalmente sono di facile approccio, pezzi che potrebbero tranquillamente passare in radio, o che potrebbero accompagnarvi facilmente durante la giornata.
Al contempo, i testi sono tutti da gustare; testi che potrebbero sembrare una sorta di diario della band, di sensazioni, di esperienze di vita…
La produzione (o meglio, l’autoproduzione) è ben riuscita, lasciando libero spazio a tutti i componenti e senza alcuno strumento che copra gli altri; mantenendo tutto in linea. Melodie particolarmente avvincenti in ‘Tempo’, con alcuni controtempi e cambi ben inseriti ed un refrain notevole.
Omaggio al grande Ivan Graziani (R.I.P.), tra le influenze della band oltretutto, con la cover de ‘Il Chitarrista’, qui riproposta degnamente, mantenendo il suo originale flavour southern con inflessioni blueseggianti, ma inserendo quello che si propone come il marchio degli Psychos. Certo, non parlo di qualcosa di prettamente innovativo, ma di personale si.
Avvolgente anche l’acustica ‘Ancora Per Te’, dal testo sentimentale ed una valida melodia che vi trascinerà inevitabilmente. Tra i pezzi del lotto che personalmente ho preferito. Anch’essa una song dal facilissimo approccio e gradevole all’ascolto.
Inizio grintoso per ‘Credere’, dove riff chitarristici che mi hanno ricordato certi lavori di Sting, lasciano spazio al cantato ben impostato, che in tutto il lavoro risulta molto sentito e risulta piacevolissimo all’udito. Pulito e fluido, capace di adattarsi sia ai momenti più riflessivi che a quelli più energici. Nell’avanzare della canzone, ci si ritrova a momenti di matrice hard rock settantiano, con certe tempistiche che sfociano in certi frangenti a soluzioni di origine “kiss-iana” conditi da un ottima chitarra solista.
Conclude l’album la bonus track, ‘Ascoltare’, dove, nei suoi sette minuti di durata, gli Psychos si muovono su territori che spaziano dal rock pop all’hard rock a certe inflessioni dal retrogusto progressivo, con una certa fluidità e naturalezza.
Giungendo al conto, un bel lavoro che farà piacere ascoltare agli amanti del buon rock/hard rock d’autore, come si faceva decenni fa; dai testi ben scritti e proposti da una band indubbiamente valida.