Big Rough - Hang On Tight! (2011, Autoprodotto)
Fa sempre piacere ritrovarsi davanti un lavoro come questo ‘Hang On Tight!’ del trio meneghino dei Big Rough. La formazione vede la luce nel 2010 dopo un’estenuante ricerca delle persone giuste da parte di Alex Cole (voce e chitarra). L’aver trovato giusta sintonia con Paolo Vendetti e Massimo Cavagnera (rispettivamente basso e batteria) porta i tre a comporre delle songs che faranno la felicità degli amanti del vero rock; genuino ed attitudinale!
Questo ep d’esordio di cui oggi vi parliamo, ‘Hang On Tight!’, è stato pubblicato a metà del Dicembre 2011; contenente cinque canzoni ed autoprodotto…
L’opener ‘Thunder Guts’ mette subito in chiaro la posizione presa dai Big Rough, quella di farvi saltare in aria con un rock bello dinamitardo. Dai primi riff si penserà subito agli Ac/Dc, ma il pezzo, nella sua evoluzione, presenta anche altre influenze di matrice ottantiane, ad esempio certi Guns’n’Roses, tra gli altri, ma resta il fatto che la band non osa plagiare nessuno, ma fare solo del sano rock’n’roll da appassionati per appassionati; e la cosa è chiara! Il pezzo scorre via che è un piacere, tra riff avvolgenti, cori antemici ed un assolo ben interpetrato, tutto su una base ritmica ben impostata e mai ferma o troppo lineare.
Ma non basatevi solo sulle due influenze citate pocansi, poichè la band è aperta anche a sensazioni di matrice “Deep Purple-iane” non sdegnando aloni blueseggianti (‘Burning Down In Flames’ e ‘Double Ace To Hell’) e sapori southern (‘Gold Washerman’). Esplosiva, non a caso, ‘Sweet Little Dynamite’, condita da assoli di puro hard rock massiccio e stacchi coinvolgenti! La vostra testa non riuscirà a star ferma durante tutto l’ascolto portandovi a seguire il tempo, magari facendo anche un po' di hairguitar.
‘Burning Down In Flames’ sarà una shackerata al vostro sangue, davvero ben fatta e trascinante da far paura! Il cantato ha una sua certa vena che definirei a tratti “teatrale” e ben interpetrato. Si prosegue l’ascolto con ‘Double Ace To Hell’ che parte in quarta con la batteria che detta un tempo tipicamente rock’n’roll accompagnata dal basso per poi lanciarsi in una corsa con fortissime inflessioni blues (come citato prima) ed una vena southern, evidenziata dall’utilizzo dell’armonica a bocca, suonata dallo stesso frontman, Alex. Una canzone molto energica e piacevolmente “cattiva”. Fantastica!
Conclude questo breve ma intenso e gradevolissimo ep ‘Gold Washerman’, a mio avviso uno dei punti forti della band, dall’intro soffuso dove un caldo vento soffia fino a giungere all’attacco ritmico cadenzato. Attacco repentino della chitarra che sfodera riff di chiara matrice heavy, senza evitare di sfociare in un buon hard rock pomposo. Il pezzo ha una forte inflessione southern accompagnato anche dalla slide guitar, che si alterna ai momenti più puramente “rock’n’rollosi”. La chiusura giunge ad un finale sfumato che si ricollega all’introduzione della song, dopo un bell’assolo con il pepe al culo! Nota di merito anche all’autoproduzione ben riuscita, che riesce a far coesistere bene tutti i membri nello stesso spazio sonoro.
Posso affermare con piacere, ancora una volta, che il rock gode di un’ottimo stato di salute in Italia e i Big Rough sono un’ennesima conferma. Questo è solo un’ep immagino che goduria con un disco intero, che attendiamo davvero fiduciosi! Bravissimi ragazzi!