ES - The Day Of Nightmare



Es - The Day Of Nightmare (2013, Autoprodotto)

Gli Es sono una band siciliana che, come molte altre, ha iniziato a muovere i propri passi proponendo cover delle band preferite. Attivi dal 2005, gli Es hanno già dato alle stampe due Ep ed un'album, oltre la partecipazione ad una compilation statunitense. Quest'oggi i Nostri si ripresentano con il secondo album, 'The Days Of Nightmare', uscito lo
scorso Gennaio e autoprodotto.
L'ascolto di questo album è stato per me qualcosa di “diverso”, poichè la band si pone come non tante altre, riuscendo a creare una miscela sonora dove alla base vi è un thrash pieno zeppo di groove e al di sopra di questa si muovono idee che spaziano toccando varie influenze musicali (che non vuol dire scopiazzamenti o plagi). Si va da alcune sensazioni che ricondurrebbero ai Machine Head a certe trovate di Voivod-iana memoria. Vedasi ad esempio l'open track 'Here Comes A New Day', dove la band parte con ritmiche cadenzate e morbose sulle quali si stagliano riff possenti ed un basso che sa il fatto suo. Un pezzo che si evolve tra linee vocali effettate con riverberi ed effetti metallici, che portano alla mente i già citati Voivod, oltre alle ritmiche Machine Head-iane, come detto qualche rigo fa.
Musicalmente si va premendo sull'acceleratore nell'avanzare; riuscendo a macinare sassi senza ricorrere forzatamente a velocità estreme. La stessa cosa si potrebbe dire per 'It Never Goes Away', che comunque si distacca dal pezzo precedente. I pezzi hanno una loro identità anche se sono tutti legati da un groove molto presente e opprimente. Il pezzo in particolar modo riesce a travolgere con muri sonori vorticosi e al contempo affascinanti. Personalmente dopo l'attacco di alcuni riff accelerati mi sarei aspettato una pressione sull'acceleratore, cosa che non viene fatta e fa scemare un po' il pezzo, che resta comunque buono. Ma è proprio questo non accelerare in determinati momenti che fa perdere un po' di forza all'album, poichè l'energia che si viene a creare in chi ascolta aspetterebbe di essere sfogata in qualche tirata dove la situazione permetterebbe ma la band non fa.
Soluzioni martellanti su 'On The Banks Of The River' che vengono accostate da un tappeto di melodie molto interessanti e tecniche strumentali che palesano la grande preparazione e l'indubbia qualità di questi musicisti preparatissimi. Molto travolgente 'Death Rattle' che segue quello che la band sembra porsi come schema di composizione, con un cantato molto teatrale che si alterna ad un possente growl di matrice death.
La band, c'è da dire, risulta personale e riesce a creare un proprio sound con a volte alcuni momenti spiazzanti (detto in maniera positiva), ma il volersi fermare principalmente a tempi cadenzati può avere i pro e i contro, poichè c'è a chi piacciono tali soluzioni, ma alla lunga si rischia di restare fermi senza evolversi, sonoricamente parlando. Ma non sempre mancano le esplosioni sia chiaro. Alcuni richiami compositivi, durante l'ascolto dell'album, provengono dalla scena Nu metal ('Venom'), seppur la band si mantenga a livelli più alti di tale genere, per quanto mi riguarda. Bello anche 'Perpetual Status' con aperture melodiche ben avvolgenti ed un utilizzo vocale ben riuscito.
Tirando le somme, un disco che sicuramente non passa inosservato, in attesa della maturazione definitiva di una band che ha alte potenzialità ed una buonissima tecnica.

Scritta per IdM