DOBERMANN - Dobermann



Dobermann - Dobermann (2012, Autoprodotto)

I Dobermann sono un energico trio piemontese, di Torino per la precisione, che vede tra le proprie fila tre ottimi musicisti; Dario Orlando alla chitarra, Paul Del Bello basso / voce e Boe alla batteria. L'omonimo disco di cui oggi vi parliamo è il debutto di questo trio.
Non poteva esserci introduzione migliore ('La Rogna') che un dobermann incazzato pronto ad "attendervi" per catapultarvi nelle composizioni dei Nostri. Si parte subito in quarta con 'Non Fai X Me', un concentrato vincente di hard rock massiccio dalle buone melodie e capace di travolgervi (gli influssi sonori sono molto 80's oriented). Tanta è la voglia di dire la propria anche con l'inserimento della lingua italiana utilizzata per i testi, cosa che non sempre dona i frutti che si sperano se si unisce questa con il rock. I Nostri riescono proponendo oltretutto delle liriche incisive e scritte con cognizione di causa, frutto di una grande preparazione e capacità; d'altro canto non stiamo parlando di musicisti sbarbatelli, bensì di gente che sa il fatto suo.
'Rosso' segue le coordinate stilistiche del pezzo precedente, dove l'ascoltatore non potrà stare fermo e seduto, vista l'energia emanata, per cui è lecito ritrovarsi ad agitare la testa o fare air guitar, visto anche i bei riff proposti. Bello l'assolo molto old school a cica metà pezzo che dona quel tocco "vintage" su una base dalle tinte punk rock.
L'album non si limita a proporre il citato genere lineare e basta, bensì si trovano anche varie sfumature sonore come in 'Negativo' dove l'impostazione vocale fa venire in mente per certi aspetti Samuel (Subsonica), ma non fraintendete e la musica presenta alcuni spunti dal retrogusto funkeggiante ed una ritmica ben sostenuta e saltellante, con un basso che segue degnamente le linee di batteria.
Presente la cover del celebre pezzo dei Trust, 'Antisocial', portato all'attenzione dei più dagli Anthrax. La riproposizione della band, con testi in italiano ed adattata al proprio sound, risulta davvero convincente e ben fatto.  Si passa dal punk di 'Mi Sono Trasformato in un Robo', dove la band inserisce anche una certa velatura di fondo "nostalgica" per quanto riguarda certi riff. Tale velatura si palesa del tutto nella seconda metà della song, dove resta in movimento la sola chitarra che accompagna verso la fine con malinconia, dopo un testo interessante, cosa che alla band riesce bene proporre.
Ancora sonorità punk, di scuola americana, si ritrovano in 'Tutto Ok', per poi aggiungere pesanti inflessioni hard rock e melodie trascinanti su 'Shoryuken', dove la chitarra non si risparmia in quanto riff potenti e ciclonici ed assoli continui che è un gran piacere godersi. Una traccia strumentale che fa da "pausa" se vogliamo così definirla, prima della successiva 'Night Rider'. Quest'ultima con un certo flavour "rockabilly" di fondo, ma che si muove marcatamente su sonorità a metà tra il punk rock e certo post-rock.
Un giro di basso roboante apre 'Quando L'asfalto Grida', pezzo interessante, sia per il testo che per la composizione musicale. Una song nella quale si intrecciano spunti punk e influenze hard rock che sfiorano anche certo heavy, per quanto riguarda alcuni riff. Pezzo che si sposta da aperture adrenaliniche a momenti più lenti con nuvole sonore avvolgenti dalle quali non si può non lasciarsi immergere. Alcuni accorgimenti dei chitarristi fanno venire in mente certi assoli di Guns'n'Roses-iana memoria.
Conclusione affidata a 'Fear Of The U.K.', unico pezzo cantato in inglese, estremamente punk e dinamitardo, che messo ad una festa farà saltare in aria tutti.
Giungendo al conto un disco d'esordio che vale tanto e proposto in maniera minimale ma vincente. Oltretutto ci tengo a fare un plauso alla produzione riuscitissima, che seppur non ha voluto modificare e plastificare il sound, come spesso accade oggi giorno, mette a livello tutti i componenti creando un suono ben compatto e d'impatto (scusate il giochino di parole). Da dire che dietro il mixer troviamo Gianni Codina (Linea 77, Subsonica).
Adesso non mi resta che trovare un'occasione per godermi i Dobermann dal vivo, sicuramente un esibizione che vale la pena di godersi! Certo nulla di prettamente originale ed innovativo, ma di certo gradevole e rockeggiante!