Gawither - Kaboom! (2013, Autoprodotto)
I Gawither sono una giovane band attiva dallo scorso 2012. Provenienti da Merano (BZ) e con tanta voglia di spaccare senza prendersi troppo sul serio, i Nostri giungono quest'anno alla nostra attenzione con l'ep / demo d'esordio, 'Kaboom!'.
Chitarra pulita e mid tempos aprono 'Fuck The Super', prima delle quattro tracce di questo micidiale ep. Poco dopo si parte a folle velocità con un classico thrash grezzo e cazzuto che farà breccia nei vostri cuori di thrashers. Le influenze della band sono da ritrovare in act come Destruction, certi Anthrax e Violentor, con spunti crossover e tanta palese voglia di divertirsi.
Su queste coordinate si muovono i pezzi presenti che, seppur pochi, rendono bene l'idea di dove la band vuol andare a parare, quindi facendo emergere la voglia di spaccare i timpani suonando quello che più piace, senza crearsi alcun problema di suonare originali o voler reinventare un genere.
L'intento distruttivo si nota, quindi, anche in 'The Monster Is a Punk', aperta da una rullata pazzoide, dove sono presenti anche certi giri di riff rimembranti alcune produzioni degli Slayer, ma non manca un certo alone di D.R.I.-iana memoria in tutto ciò.
I musicisti sono ben preparati e hanno un'attitudine da far paura, palpabile in ogni secondo di ascolto. Base ritmica martellane e dinamitarda, riff cattivi e grezzi sparati senza sosta ed un cantato crudo che riesce a risultare ora rabbioso ora "buffone" (in senso del tutto positivo).
Massiccissima 'Thrasha!', che non lascia fiato all'ascoltatore, sparata a mille con alcuni stacchetti potenti che mi hanno fatto venire in mente alcuni mostri sacri come Tankard e Kreator. Insomma un po' varie le influenze, seppur provenienti tutte dalle vecchie leve thrash, con alcuni accorgimenti che sfiorano l'hardcore. Chiusura affidata a 'Money Isn't Freedom (Hans Cassonetto)', il pezzo più lungo, dove all'interno troviamo un area un po' più rallentata nella quale si creano soluzioni antemiche, accompagnate dai coretti del caso; molto festaioli e dal sapore goliardico.
Chitarra pulita e mid tempos aprono 'Fuck The Super', prima delle quattro tracce di questo micidiale ep. Poco dopo si parte a folle velocità con un classico thrash grezzo e cazzuto che farà breccia nei vostri cuori di thrashers. Le influenze della band sono da ritrovare in act come Destruction, certi Anthrax e Violentor, con spunti crossover e tanta palese voglia di divertirsi.
Su queste coordinate si muovono i pezzi presenti che, seppur pochi, rendono bene l'idea di dove la band vuol andare a parare, quindi facendo emergere la voglia di spaccare i timpani suonando quello che più piace, senza crearsi alcun problema di suonare originali o voler reinventare un genere.
L'intento distruttivo si nota, quindi, anche in 'The Monster Is a Punk', aperta da una rullata pazzoide, dove sono presenti anche certi giri di riff rimembranti alcune produzioni degli Slayer, ma non manca un certo alone di D.R.I.-iana memoria in tutto ciò.
I musicisti sono ben preparati e hanno un'attitudine da far paura, palpabile in ogni secondo di ascolto. Base ritmica martellane e dinamitarda, riff cattivi e grezzi sparati senza sosta ed un cantato crudo che riesce a risultare ora rabbioso ora "buffone" (in senso del tutto positivo).
Massiccissima 'Thrasha!', che non lascia fiato all'ascoltatore, sparata a mille con alcuni stacchetti potenti che mi hanno fatto venire in mente alcuni mostri sacri come Tankard e Kreator. Insomma un po' varie le influenze, seppur provenienti tutte dalle vecchie leve thrash, con alcuni accorgimenti che sfiorano l'hardcore. Chiusura affidata a 'Money Isn't Freedom (Hans Cassonetto)', il pezzo più lungo, dove all'interno troviamo un area un po' più rallentata nella quale si creano soluzioni antemiche, accompagnate dai coretti del caso; molto festaioli e dal sapore goliardico.
La produzione permette di fruire pienamente di tutto l'ep. Un ep che gli amanti del thrash non dovranno assolutamente perdersi. Certo non attendetevi nulla di nuovo, ma il sound risulta fresco e dal gradevole ascolto. Mettendo in risalto il "grezzume" delle composizioni ma evitando di risultare scarno. Dopo questo antipasto adesso spero e confido in un album spacca sassi. Intanto ripigio il tastino Play del lettore!