Exence - Tabula Rasa (2013, Punishment18 Records)
Dopo circa due anni di silenzio ritornano a farsi sentire i toscani Exence. La band è attiva dal 2000 e giunge quest'anno al proprio secondo album, 'Tabula Rasa', preceduto da due demo ed un album, per la Punishment18 Records e registrato presso gli ormai rinomati 16th Cellar Studios di Roma.
La band, capitanata da Federico Puleri (noto ai più per la sua presenza tra le fila dei Vision Divine), si rimette in campo con rinnovata grinta e nuove idee davvero valide e distruttive; oltre che una rinnovata line-up. L'album di snoda in dieci tracce che faranno la gioia degli amanti del metal estremo fatto con gran gusto e personalità, unendo in maniera ottima thrash e death metal, con un fondo molto groovy ed alcuni stacchi subordinati ad alcune accelerate assassine.
Una cosa che spicca su tutto è la perfetta coordinazione dei musicisti. Riff feroci che "mutano" a dovere anche in momenti dove appaiono alcuni influssi più melodici. Un basso rotondo che dona quel velo di groove, come citato pocanzi, che fa capolino spesso e volentieri. La base ritmica risulta molto affiatata non commettendo mai un passo falso. Su tutto molte e forti influenze dal sapore progressivo che arricchiscono uno dei lavori degni di nota di quest'anno, per quanto mi riguarda.
Il sound generale risulta fresco e moderno, il che non vuol dire forzatamente plastificato, anzi, risulta avvolgente. Le linee vocali hanno quella verve nevrotica e incazzata che ben si interseca alle composizioni musicali. Non mancano assoli di buona fattura, creati con intelligenza e competenza, cosa palesemente comprensibile, basta ascoltare il disco!
I pezzi seguono tutti lo stesso filo logico, muovendosi nel medesimo territorio sonoro, a tratti ricordando addirittura i Death, per alcuni aspetti nelle parti più "intricate", seppur la band fa di tutto per rendersi personale, senza scopiazzamenti, riuscendoci bene. Una band matura e che nulla ha da invidiare a nessuno.
Nello stesso spazio convivono egregiamente potenza e tecnica, vedasi ad esempio nella title track, 'Tabula Rasa', dove si passa da momenti più riflessivi a momenti di accelerazione violenta e devastante, ma sempre senza ripetersi e facendo mantenere alta l'attenzione dell'ascoltatore. In alcuni punti potrebbero venire in mente certi Pantera, soprattutto nei momenti più cadenzati, ma fermo restando che si parla di vaghe influenze, oltretutto immancabili in qualsivoglia contesto. Così come è possibile ritrovare qua e là qualche influsso rimembrante alcuni tratti sonori di certi Meshuggah, Nevermore o Cynic. Un disco che comunque si regge da solo su idee molto personali di indubbio gusto. Avvolgenti anche le aperture melodiche, ad esempio in 'Hysterical Raptus', che fungono da presa d'aria tra una mitragliata e l'altra.
E' palpabile anche la cura messa per ogni dettaglio, senza lasciare nulla al caso e non proponendo niente fine a se stesso, ma sempre con cognizione di causa e competenza. Che dire di più se non "procuratevi l'album e non ve ne pentirete!"?. Consigliatissimo a chi adora il metal estremo, senza negarsi qualche linea melodica vincente ed un certo gusto per la tecnica, il che non vuol dire assolutamente noia (tipo i Dream Theater per il sottoscritto, per intenderci) o mostrarsi bravi per far bella figura da studiosi dello strumento.
Ogni traccia merita attenzione ed ha una sua personalità, seppur tutte uniformi nella composizione complessiva dell'album. Un bel full-lenght. Mentre voi provvedete a procurarvelo, io mi accingo a ripigiare il tastino 'Play' del lettore per ri-gustarmelo! (e badate bene che al sottoscritto certe soluzioni musicali non garbano spesso eh!)