Douge - D (2013 - Go Down Records)
Da Treviso giungono su Italia Di Metallo i Douge, band stoner rock nata durante alcune jam session dal leader Stefano Pellizzari (chitarra e backing vocals). Dopo alcune sistemazioni di line up, la band trova una stabilità con l'ingresso di Daniele Tesser (basso) Timothy Norris (voce) e Lucio Bolzonello (batteria). I Nostri portano avanti con successo alcune date live, che non tolgono tempo alla creazione di vari brani, alcuni dei quali si ritrovano sul loro debut album di cui oggi vi parliamo, 'D', uscito all'inizio di quest'anno per Go Down Records.
Descrivervi il disco traccia per traccia sarebbe limitativo, sia perchè un disco di questi livelli andrebbe ascoltato bene nella propria stanza più volte, così da coglierne le varie sfumature; sia perchè risulta abbastanza omogeneo nella fruizione, seppur i musicisti si muovano dall'etichetta prettamente stoner, ampliando il proprio sound con alcune inflessioni di matrice hard rock (ascoltate il cantante e poi vedrete che ogni tanto vi verranno in mente band hard rock degli eighties), alcuni influssi che definirei “lisergici”, come nella stessa opener 'Stone', che mi hanno fatto pensarre un po' ai Samsara Blues Experiment e altre soluzioni che rendono arioso l'ascolto.
Presenti anche alcuni spunti dal retrogusto “progressive folk” in 'Eragors-Storm', dove ad una base stoner si uniscono alcuni riff molto trascinanti che per alcuni aspetti potrebbero far venire in mente alcune idee proposte niente poco di meno che dalla storica Premiata Fonderia Marconi (ma prendete questo con le dovute distanze, mi raccomando).
Alcune band delle quali spuntano influenze durante tutto l'ascolto sono inevitabilmente i Kyuss, oltre che acts come Queens Of The Stone Age, i Datsuns (nei momenti più rockeggianti), alcuni aloni dei prima citati Samsara Blues Experiment e volendo restare in ambito nazionale citerei anche i Malpertugio.
Un lavoro molto stoner dunque, ma con all'interno alcune variazioni che mantengono alta l'attenzione dell'ascoltatore, areando quel sound che senza tali spunti vari potrebbe risultare monotono e ripetitivo. Un lavoro che farà molto felici gli amanti del genere e che ogni buon rocker dovrebbe almeno ascoltare una volta. Fatevi cullare dalle melodie dei Douge, immersi in fumose nubi lisergiche, passando attraverso alcuni momenti “sofferti”, per poi risalire con alcune soluzioni movimentate. Non mancano alcuni influssi doomeggianti ovviamente ed una base groovy che rende “monoliticamente” avvolgente il tutto. Indubbiamente un buon disco che merita attenzione!
Al mmento la band è in giro per i palchi interessata alla promozione dei pezzi e, al contempo, lavora su nuovo materiale. Se posso suggerirvi... se avete occasione di poterli vedere dal vivo non esitate a farlo, ne varrà sicuramente la pena!