THE ORANGE MAN THEORY - Giants, Demons And Flocks Of Sheep



The Orange Man Theory - Giants, Demons And Flocks Of Sheep (2013, Subsound Records)

La scorsa primavera ha visto uscire nel mercato discografico ‘Giants, Demons and Flocks of Sheep’, terzo album targato The Orange Man Theory. Come a voler dire “E’ primavera, c’è il sole e tutti sono allegri, perchè allora non gettare un po’ di disagio addosso alla gente?”. Se queste erano le intenzioni dei quattro estremi musicisti possiamo ampiamente affermare che l’obbiettivo è stato raggiunto (per l’ennesima volta)!
Giunti al decimo anno di attività, la band si ripresenta con un cambio di vocalist, a favore di Giorgio Cifuni (Tsubo). Il disco è qualcosa di ben riuscito, vista la varietà sonora, la produzione e anche la cura messa nella realizzazione dell’artwork. Alla regia ritroviamo il buon Steve Austin (Todai Is The Day)
Sin dal brano di apertura ‘Kill Me’, i The Orange Man Theory si mettono in piede di guerra lanciandosi pesantemente contro il sistema uditivo.
Il disco si snoda in dieci tracce varie ed a tratti dal retrogusto caotico. Un tornado convulsivo di grindcore, death’n’roll, hardcore, sludge e certi spunti più rock oriented. In alcuni punti sembra che si sfiori il “caos”, ma è solo una sensazione che sbiadisce istantaneamente, durante l’ascolto, seppur la “caoticità” alla base delle composizioni c’è (ma inteso nel senso positivo). Di certo i Nostri hanno saputo ben “giocare” con i vari stili sonori presenti senza mai risultare forzati e, anzi, in maniera convincente. Oltretutto con una buona produzione!
Mentre si gusta ‘Giants, Demons and Flocks of Sheep’ ci si ritrova in men che non si dica dal death cazzuto di ‘Contrary Effect’ alle rallentate “groovose” di ‘If It Could Speak’ (con in se anche alcuni momenti di matrice noise) che arriva a toccare addirittura certo black metal, fino alla devastazione totale di ‘My Heritage’. Ma sono tutti i pezzi a non stare mai fermi su uno stesso punto, donando una fruizione “areosa”, per quanto tale termine possa essere accostato al metal estremo.
Impossibile non gioire al cospetto della grande bravura tecnica di questi malsani musicisti! Cifuni risulta a proprio agio sia nelle scream vocals che nei momenti growl, con grande potenza e un’ottima interpretazione. Il basso roboante di Cinghio non smette di ruggire accostato nella base ritmica al mostruoso Tommaso “Tommi” Moretti, che tra cambi, contro tempi e vari spunti non smette mai di sbalordire, tanta la bravura e preparazione. In tutto ciò Gabriele “Gabbo” Giaccari non si risparmi con la sua ascia, lanciando riff ora taglienti come rasoi affilatissimi ora rallentati ma monolitici.
Non so più cosa dire per farvi capire che dovete procurarvi questo album se amate estremismi sonori fatti con cognizione di causa e buon gusto, senza infilarsi in predefinite etichette troppo restrittive. Un album della madonna per chi la madonna la detesta!