Premetto che questo articolo non vuol essere una retrospettiva storica sul black metal norvegese nè tanto meno la storia dei Mayhem, ma parlerò di un album che ha contribuito a influenzare pesantemente il panorama musicale estremo, per la precisione quello black. In occasione del ventennale dall’uscita.
20 anni fa (nel 1994) un disco estremo venne dato alle stampe in Norvegia, modificando la concezione di “estremo” in tutto l’ambiente metal! Ad oggi sono ancora molte centinaia le band che accingono e prendono spunto da quel grande capolavoro che fu ‘De Mysteriis Dom. Sathanas’. A mio avviso il miglior disco in assoluto uscito dal panorama black metal nord europeo (se non Black in generale), per sensazioni gelide e sinistre emanate, originalità (calcolando l’epoca in cui venne concepito) e per cattiveria emessa da ogni singola nota suonata.
‘De Mysteriis Dom. Sathanas’ è un potente ed affascinante concentrato di nichilismo, rituali occulti e morte diretto e proposto, musicalmente, in maniera efferata e senza fronzoli di alcun tipo. Questo capolavoro brilla di una propria luce oscura, unico nel suo genere e con tutti gli stilemi che delinearono nei tempi postumi alla sua uscita i canoni di quello che è il Black Metal. La prima era dell’oscura scuola metal estrema norvegese racchiusa in otto malsane tracce.
Ma vediamo meglio i dettagli e cosa si cela dietro quest’opera…
Le registrazioni avvennero tra il 1992 e l’anno successivo presso i Grieghallen Studios (o The Grieg Memorial Hall) di Bergen. Prodotto e mixato dall’ingegnere del suono Eiriki “Pytten” Hundvin in collaborazione con Øystein Aarseth (Euronymous) e Jan Axel Blomberg (Hellhammer), il disco si presentò come una cascata glaciale che stravolse un po’ tutti.
Dopo il suicidio del vocalist Per Yngve Ohlin (Dead), la scelta di Euronymous (mente dei MayheM) ricadde su Attila Gábor Csihar; vocalist ungherese dalle prestazioni canore molto singolari e personali preso dai Tormentor. [Precedentemente fece parte della band, per un breve periodo, il cantante Stian Johanssen (Occultus), che abbandonò il suo posto dopo alcune minacce di morte da parte dello stesso Euronymous, per motivi di cui non siamo a conoscenza]. Mentre per le parti di basso venne chiamato in supporto Varg Vikernes, mente del progetto Burzum, prendendo le parti dell’allora defezionario Jørn Stubberud (Necrobutcher).
Nella fine della primavera/inizio estate del 1993 le registrazioni terminarono ed il disco fu pronto per essere mandato in stampa, tramite l’etichetta fondata dallo stesso Euronymous, la Deathlike Silence Production (originalmente battezzata Posercorpse Music, nome coniato contro i “posers” che infettavano la scena, a detta dello stesso musicista). L’omicidio di Euronymous, per mano di Varg Vikernes l’agosto dello stesso anno - con la complicità di Blackthorn - , fermò tutto!
L’anno successivo ‘De Mysteriis Dom. Sathanas’ venne dato alle stampe (24 Maggio 1994), dopo che la Voice Of Wonder rilevò i diritti dalla Deathlike Silence, immettendo sul mercato un disco che, per quanto mi riguarda, difficilmente potrà vedere successori alla stessa altezza.
L’album suona gelido ed oscuro come una notturna tormenta polare, che si abbatte sull’ascoltatore. Sin dal brano di apertura, ‘Funeral Fog’, la band riesce a vomitare addosso all’ascoltatore la rabbia, la malvagità e l’oscura intenzione di annichilire presenti in essa durante la composizione e registrazione dei pezzi. Parte il disco con un muro atmosferico e al contempo feroce creato dalle taglienti chitarre di Euronymous e Blackthorn con una base ritmica di Hellhammer sparata ad alta velocità per dare il via alle “danze” nere.Nei brani è da sottolineare anche la perfetta performance vocale di Attila che passa da una sorta di grugniti ad alcuni punti growl malsani fino a momenti in screaming e lamentosi dalle tinte estremamente folli. Una teatralità unica, un po’ lontano da quello che è oggi il frontman. La produzione dell’album mette in risalto i musicisti mantenendo cupo ogni singolo istante della fruizione.Memorabili le atmosfere cupe in ‘Freezing Moon’, brano pregno di un certo “pathos” nero come la pece e morboso, tra le parti in cui la ritmica diventa aggressiva e veloce. E’ passato alla storia il tremolante e minimale assolo di Euronymous durante il momento più vorticoso e ipnotico del brano! ‘Cursed In Eternity’ riprende il piede di guerra con ferocia ed una velocità ritmica animalesca (complementata da una buona tecnica), preambolate da un intro magistrale. I vocalizzi si fanno sempre più tenebrosi e marci nell’avanzare del pezzo. Su ‘Pagan Fears’ si continua la ferale esecuzione con alcune melodie un po’ più ragionate e con la batteria che riesce a mostrarsi sempre pronta a non cedere.Un po’ diversa la soluzione adottata nella successiva ‘Life Eternal’ che, dopo la partenza a tutta velocità, rallenta a favore di soluzioni sonore ipnotiche e per certi aspetti anche “claustrofobiche” con un basso che cuce alcune basi sulle quali si adageranno gli striduli assoli di chitarra. La batteria è più contenuta in velocità dimostrando un Hellhammer capace anche al di fuori dei soliti blast beat. Finale con un’accelerazione in quarta da brivido. Epica anche ‘From The Dark Past’ dove fa da padrone la presenza di Attila, mentre non smettono di esser lanciati con cattiveria riff su riff.Ci si avvicina alla fine dell’opera con la martellante ‘Buried By Time And Dust’ che esplode con granitica eloquenza. Da manuale black metal gli alti riff di Euronymous che ad oggi continuano a far scuola, emanando oscure emozioni da pelle d’oca, mentre la ritmica diventa dinamitarda. In conclusione troviamo forse il pezzo simbolo, come un testamento lasciato da Dead e Euronymous ai posteri. La title track posta in finale, ‘De Mysteriis Dom. Sathanas’, viene aperta da un evocativo e spietato riff durante il quale viene dato un alienante ed infernale “Welcome!”. Il brano, secondo il sottoscritto, è l’apice dell’album; dopo esser entrati in una sorta di empatia con la band, durante le tracce precedenti, si giunge alla fine con una miscela di pelle d’oca e lacrime. Magistrale performance di tutti i musicisti che emettono in toto la propria essenza sinistra. Vi sono momenti strumentali alternati a spazi dove Attila “delizia” con linee vocali ora da orco ora epiche ed ancestrali estensioni. E’ inutile dire che definire questo disco un capolavoro risulta del tutto riduttivo!
- Funeral Fog
- Freezing Moon
- Cursed In Eternity
- Pagan Fears
- Life Eternal
- From The Dark Past
- Buried By Time And Dust
- De Mysteriis Dom Sathanas