Krowos / Mystica Nox / Mors Spei - 'Under The Veil Of Death' (2014, Black Orgon Records)
Oggi vi parlo di uno split di cui il genere che unifica le tra band presenti è il black metal. Parliamo dunque di ‘Under The Veil Of Death’, disco contenente alcune composizioni di tre band provenienti dal sud italico: i catanesi Krowos, i palermitani Mystica Nox e la one-man band partenopea Mors Spei.
Uscito per la Black Orgon Records e limitato a mille copie, questo ‘Under The Veil Of Death’ è pane per le bocche affamate dei black metallers affezionati alla vecchia scuola della prima metà degli anni novanta. Ma vediamo meglio il contenuto.
Chitarre fischianti aprono il disco con lo spazio dedicato ai Krowos che, senza esitare, sparano una sorta di cammino funereo e vorticoso con ‘In Hora Mortis Nostrae’. Un’oscurissima traccia dove le linee vocali luciferine ripetono a mò di nenia il titolo della composizione, mentre i musicisti creano una compulsiva e claustrofobica base degna delle migliori sensazioni horrorifiche e al contempo angoscianti.
Situazione diversa per ‘The Ravens Of The Hidden Path’, dove le ritmiche si accelerano ed il cantato diventa uno scream acido dal flavour perverso. Riff gelidi e blast beat colpiscono l’ascoltatore in pieno volto, seppur non manchino parti più “riflessive” e contenute, mantenendo costantemente un’aurea pesantemente sinistra. Cambio di tempo poco dopo metà brano per mettersi nuovamente in marcia (funebre) con soluzioni sulfuree dalle tinte vagamente depressive e vocalizzi oscuri, cavernosi e molto evocativi.
Seguono i Mystica Nox che con ‘Crushed From Bloom’ si lanciano in una folle sparata old school capace di far rabbrividire per la cattiveria emessa. Abbastanza incisivi i Nostri, che palesano una certa attitudine al genere e buona preparazione. Magnifiche, per il sottoscritto, le fitte pareti sonore create dall’intreccio di riff taglienti come rasoi.
Si continua nella medesima vena stilistica con ‘Moment Of Cruelty’, titolo perfettamente idoneo alla proposta, vista la “crudeltà” musicale. Il cantato è uno sporco e rabbioso scream convincente e coinvolgente (mi sia consentito di dire che avrei preferito anche qualche parte più growl, che ci sarebbe stata benissimo). Stacchetto e abbassamento di velocità a circa metà pezzo per entrare in momenti sulfurei, che fanno da “pausa oscura” prima di riprendere l’attacco guerrafondaio.
Conclude lo spazio a disposizione della band ‘Under The Occult Visions’, anch’essa con il piede ben pigiato sull’acceleratore e con riff ben impostati. La band segue le lezioni impartite dalla scena black metal della prima metà degli anni novanta, interpretando il genere in maniera perfetta e cercando di evitare scopiazzamenti vari, molto facili da trovare usualmente nel genere.
Tocca alla terza ed ultima band (one-man band in questo caso, composta da Wolf) del lotto, i Mors Spei, che propone due lunghe tracce minimaliste, un po’ come alcune composizioni depressive di stampo norvegese hanno anticipato lustri fa, con un cantato a metà tra uno scream cavernoso filtrato e un sibillo sinistro, ma con poca incisività.
I brani, ‘B.M.A.’ e ‘Shadow Of The Burning Empre’, sono simili tra loro e si espandono su appena una manciata di riff e cambi di tempo del tutto simili tra essi. Dunque delle composizioni che potrebbero risultare difficili da assimilare, seppur l’idea non sia male. Ma diciamoci la verità, troppa ripetitività porta inesorabilmente ad una forma di “soffocamento” se non si è inclini all’ascolto di tali sonorità, e non sono in molti ad esserne inclini. Tant’è che il depressive è un genere estremamente di nicchia.
In conclusione uno split destinato agli amanti del black metal d’annata – che gradiranno indubbiamente, senza la presunzione di proporre nulla di realmente innovativo, ma fatto a regola e con attitudine.