EXODUS - Blood In, Blood Out



Exodus - 'Blood In, Blood Out' (2014, Nuclear Blast Records)

Ecco il ritorno degli Exodus, dopo quattro anni di silenzio discografico e con il rientro in formazione del buon Steve Souza, dietro il microfono. E’ stata trepidante l’attesa dei fans, ed una massiccia campagna promozionale è stata fatta, eccoci dunque giungere tra le mani questo nuovo capitolo thrash metal made in U.S.A. intitolato ‘Blood In, Blood Out’. Dopo aver “studiato” il riuscito artwork realizzato dal buon Pär Olofsson, passiamo al contenuto del dischetto ottico…
L’apertura dell’album è affidata a ‘Black 13’, con un intro dal gusto techno/dubstep a cura di Dan The Automator, ma non si arriva neanche a un minuto e mezzo per sentir partire la band all’attacco con riff assassini e base ritmica ben impostata. Certo, nulla di nuovo sotto il sole, ma si stanno ascoltando gli storici Exodus.
Se da un lato fa piacere ritrovare il buon Souza dietro il microfono, che conserva la propria sguaiatezza che tanto ricordiamo in ‘Fabolous Disaster’, tanto per citare un loro vecchio titolo, dall’altro ritroviamo una vena compositiva del tutto autoreferenziale. (che può far piacere o meno, ma tant’è)
Il disco è prodotto in maniera impeccabile, ma con il buon Andy Sneap dietro al mixer non avevamo dubbi, ed i musicisti sono tutti in grande forma (seppur Souza non mi sembri al 100% delle proprie potenzialità). Secondo il sottoscritto manca, però, quel qualcosa in più che possa far elevare il disco qualche gradino un po’ più in su, in base a quelle che potevano essere le aspettative.
Sicuramente un buon disco thrash old school e per una volta non sono le giovani band a rifarsi al suono degli Exodus, ma sono gli stessi Exodus che si rifanno al proprio classico sound, tralasciando in parte le strade intraprese con lo scorso ‘Exhibit B: The Human Condition‘ (con Rob Dukes alla voce). Oltretutto lo stile della vecchia guardia viene reso leggermente “moderno” in alcuni punti, per quanto riguarda alcuni piccoli accorgimenti chitarristici del buon Holt, ma nulla di realmente significativo.
‘Blood In, Blood Out’ contiene dei brani che sicuramente travolgono, come la stessa title track e le sue rasoiate a sei corde che è un piacere, base ritmica incandescente con il basso ben presente e mai invadente e con Steve pronto a urlarvi addosso tutta la sua forza, così come ci si agita per bene con ‘Collateral Damage’. Tutti gli stilemi del thrash sono presenti, compresi cori d’ordinanza, una certa aria strafottente e una gran voglia di rompere la faccia al prossimo.
Per “inaugurare” il ritorno del frontman, peraltro, sono stati richiamati due nomi illustri del panorama thrash americano, quali Kirk Hammet dei Metallica in ‘Salt The Wound’, un pezzo che per alcuni aspetti lascia il tempo che trova e Chuck Billy dei Testament nella possente e vorticosa ‘Btk’. Insomma, un ritrovo tra vecchi compagni di baldorie alla fine dei conti.
Sicuramente fa piacere trovare grande affiatamento tra le asce di Holt e Altus, così come ascoltare l’ottimo stato di salute dello schiaccia sassi Hunting dietro le pelli in perfetta armonia con Gibson che fa vibrare a regola le corde del suo basso. Ma è giusto dire che ‘Blood In, Blood Out’ potrà diventare un “must” (notare le virgolette) solo per i fans accaniti degli Exodus e per molti fans del thrash metal old school, di quelli che <<guai se modifichi o rinnovi il genere in qualunque modo altrimenti ti ammazzo>>. Per tutti gli altri sarà sicuramente un buon ascolto, ma sicuramente, in generale, non sarà mai nulla di imprescindibile.
Personalmente questo nuovo album lo preferisco, senza ombra di incertezze, agli ultimi capitoli con il prima citato Dukes, quindi è inteso che il disco l’ho ascoltato con piacere. Ma nessuno me ne voglia se dico che dopo soli tre ascolti ho preferito passare ad altro – senza voler sminuire l’impegno dei thrashers statunitensi ovvio, ma forse il disco suona eccessivamente uguale a tanti altri del genere. Ma è pure giusto dire che, dove le giovani leve falliscono, ritornano i “vecchi” a ribadire il concetto!