REBELDEVIL - The Older The Bull, The Harder The Horn



RebelDevil - 'The Older The Bull, The Harder The Horn' (2015, Autoprodotto)

Oggi vi parlo di ‘The Older the Bull, the Harder the Horn’, il nuovo e secondo album che segna il ritorno in pista della all stars band italiana  RebelDevil. La formazione vede personaggi della scena nostrana di un certo spessore quali Dario Cappanera della Strana Officina alla chitarra, Gianluca “GL” Perotti degli Extrema alla voce, Alessandro Paolucci dei Raw Power al basso e Ale Demonoid degli Exilia alla batteria… e scusate se è poco!
I nostri avevano già esordito con tale progetto sette anni or sono con il debut album ‘Against You’ (ben accolto da critica e pubblico). Noti a tutti i metalheads italiani per la loro validità nelle proprie bands di origine, i musicisti hanno dato un eccellente prova di qualità come RebelDevil, dove l’amalgama dei relativi background hanno sfornato un possente southern rock con scariche metalliche e un avvolgente groove. Non sempre le cosidette “all stars band” riescono, a dispetto dei grandi nomi che più o meno ci si ritrova a leggere in line-up. Ma la cosa non tocca questa band che riesce a creare soluzioni sonore a dir poco impeccabili, dando prova di gran classe e gusto.
Questo nuovo ‘The Older the Bull, the Harder the Horn’ racchiude il suono che la band ha adottato sin dalle proprie origini quindi, come descritto qualche riga fa, un southern rock con infiltrazioni metalliche ed un massiccio groove che vi travolgerà inevitabilmente. Il tutto con attitudine da vendere e una vena selvaggiamente rock’n’roll
Partendo dalle linee vocali di GL che riesce a dare il massimo sia nelle parti più trattenute che nelle aperture rabbiose, sino alla sei corde di Cappanera (un nome una garanzia) che scocca riff su riff senza pietà arricchendo i brani con i suoi affascinanti assoli; tutto eretto sulla base ritmica nella quale il roboante e profondo basso di Paolucci si coordina alla perfezione all’instancabile drumming di Demonoid. Un’amalgama ottimamente riuscita di emozioni, grinta a go go, rabbia e un’attitudine che farebbe rabbrividire chiunque. Tutto questo con una produzione moderna (ma non plastificata) che rende dignità ad ogni singolo componente.
Nell’album non manca nulla di tutto quello che ci si potrebbe aspettare. Si aprono le danze con ‘Rebel Youth’ che in sede live farà smuovere un po’ tutti (di cui esiste anche il videoclip). Lungo l’ascolto si incontrano passaggi monolitici che a tratti ricordano Black Label Society o i Down di Phil Anselmo, come ad esempio nella title track e in ‘Crucifying You’, soluzioni dal risultato antemico ed emozionante come in ‘Remember’ e due spazi più morbidi dal fantastico refrain come in ‘Alone In The Dark’ (con alcuni tratti sonori anche sognanti) e ‘Angel Crossed My Way’ (da pelle d’oca). Di base resta sempre quell’indole sporca e grezza tanto rock’n’roll che non può non farvi piacere i RebelDevil. I brani sono tirati e incalzanti al punto di riuscire ad affascinare chiunque, anzi basta un primo ascolto sommario per portarvi all’acquisto del disco, ve lo assicuro!
Come concludere un disco della madonna come questo se non con un brano intitolato ‘Power Rock’n’Roll’? Un titolo che già dice tutto, ma lo dice anche la musica, dove una doppia cassa detta la ritmica di un pezzo trascinantissimo.
L’ascolto di ‘The Older the Bull, the Harder the Horn’ fila liscio, anche troppo tanto da dover ripigiare il tastino d’avvio del lettore per ricominciare dall’inizio questo viaggio rock’n’roll! Un disco che vi lascerà soddisfatti e con tanta adrenalina in corpo. E ora non resta che procurarvelo e andare a godere in sede live della band. Ben tornati RebelDevil, mi siete mancati!