Hellraiderz - ...Beat To Death! (2015, Autoprodotto)
Oggi vi parlo degli Hellraiderz e del loro Ep di debutto ‘…Beat To Death!’. Occhio, però, che seppur il disco sia un debutto non ci ritroviamo al cospetto di giovani sbarbatelli alle prime armi. Gli Hellraiderz, formati nel 2013, oserei definirli un po’ una “all stars band”, se messi nel contesto della loro città di origine, Palermo. In line up, di fatto, troviamo membri di band già note in Sicilia ed alcune anche a livello nazionale; per cui qualche riga per illustrare la formazione è dovuta.
Dietro al microfono una voce femminile, quella di Flaminia “ThrasherLady” (Blatant), alle due asce Fabrizio “Mad Pig” (Shock Troopers, Close to Collapse, ex Interior Demise) e Vince (ex Exile), al basso Sirio “Red Baron” (Throne Of Molok, ex Haemophagus, ex Wolvesguard) e alla batteria Morg “Necroripper” (Throne Of Molok, Shock Troopers, Goath Vox).
Fatte le dovute presentazioni vediamo un po’ nel dettaglio questo debutto ‘…Beat To Death!’, composto da sei tracce dedite a sonorità old school che, in un periodo in cui tutto quello che mi viene proposto si sforza di suonare moderno, mi ha portato tanta allegria, un po’ di nostalgia dei “vecchi tempi” e una scarica di adrenalina senza fronzoli.
L’Ep è una miscela di heavy metal d’origine (molto NWOBHM) con del sano e grezzo rock’n’roll sulla scia di Girlschool, Kiss e primi Motorhead. Sin dalla partenza, con il rombo di una moto custom che richiama l’artwork di copertina – realizzato da Damien Thorne dei Bunker 66 – ci si lascia trasportare dall’opener ‘Hellraiders’; dove si riscontrano subito le influenze NWOBHM di cui sopra e la miscela descritta.
La band risulta ben preparata ed ottimamente coordinata. La produzione non è il massimo ma nel contesto risulta azzeccatissima. Teniamo conto che il risultato finale è volutamente un prodotto sonoro pensato e realizzato con la mente rivolta agli anni d’oro del metal, quindi agli 80s.
Brani diretti e dalla durata necessaria per far si che vi si infilino nella testa, vi facciano “scapocciare” come dei malati per poi fuoriuscire e lasciarvi folgorati. Linee vocali ora travolgenti ed affascinanti ora arroganti e strafottenti, erette sopra una base ritmica che non commette mai un passo falso su cui le asce giocano bene le loro carte; tra riff violenti ed assoli impeccabili nel contesto.
Non tutto è tirato a mille, ma costantemente presente è un flusso energetico a cui è difficile resistere, per quanto mi riguarda. Dalla title track ‘Beat To Death’ a ‘They Live’, passando per ‘Praying Mantis’ e la goliardica ‘Kill For Beer’ vi immaginerete a cavallo di un Harley Davidson lungo qualche statale americana o ad un party selvaggio o ancora in qualche backstage attorniati da groupies, fate un po’ voi!
Non sto dicendo che ci troviamo al cospetto di un lavoro originalissimo, seppur la band metta anche farina del proprio sacco, ma di un lavoro che fa bene ritrovarsi davanti e da inserire nello stereo con il volume a palla. Per quanto mi riguarda una band che mostra la propria attitudine in maniera genuina e senza forzare mai la mano. Gli Hellraiderz sono dei fottuti rockers appassionati che suonano per passione, condividendo la stessa con chi ascolta. Se poi volete a tutti i costi roba moderna cercate altrove.
In chiusura l’antemica ‘Tropical Bitch’ con coretti micidiali che hanno fatto cantare anche a me, nonostante faccia schifo a cantare, ma quello è un altro discorso. In gamba ragazzi. Un Ep al fulmicotone, divertente, appassionante e schifosamente ammiccante. Non vedo l’ora di vedervi on stage!
Dietro al microfono una voce femminile, quella di Flaminia “ThrasherLady” (Blatant), alle due asce Fabrizio “Mad Pig” (Shock Troopers, Close to Collapse, ex Interior Demise) e Vince (ex Exile), al basso Sirio “Red Baron” (Throne Of Molok, ex Haemophagus, ex Wolvesguard) e alla batteria Morg “Necroripper” (Throne Of Molok, Shock Troopers, Goath Vox).
Fatte le dovute presentazioni vediamo un po’ nel dettaglio questo debutto ‘…Beat To Death!’, composto da sei tracce dedite a sonorità old school che, in un periodo in cui tutto quello che mi viene proposto si sforza di suonare moderno, mi ha portato tanta allegria, un po’ di nostalgia dei “vecchi tempi” e una scarica di adrenalina senza fronzoli.
L’Ep è una miscela di heavy metal d’origine (molto NWOBHM) con del sano e grezzo rock’n’roll sulla scia di Girlschool, Kiss e primi Motorhead. Sin dalla partenza, con il rombo di una moto custom che richiama l’artwork di copertina – realizzato da Damien Thorne dei Bunker 66 – ci si lascia trasportare dall’opener ‘Hellraiders’; dove si riscontrano subito le influenze NWOBHM di cui sopra e la miscela descritta.
La band risulta ben preparata ed ottimamente coordinata. La produzione non è il massimo ma nel contesto risulta azzeccatissima. Teniamo conto che il risultato finale è volutamente un prodotto sonoro pensato e realizzato con la mente rivolta agli anni d’oro del metal, quindi agli 80s.
Brani diretti e dalla durata necessaria per far si che vi si infilino nella testa, vi facciano “scapocciare” come dei malati per poi fuoriuscire e lasciarvi folgorati. Linee vocali ora travolgenti ed affascinanti ora arroganti e strafottenti, erette sopra una base ritmica che non commette mai un passo falso su cui le asce giocano bene le loro carte; tra riff violenti ed assoli impeccabili nel contesto.
Non tutto è tirato a mille, ma costantemente presente è un flusso energetico a cui è difficile resistere, per quanto mi riguarda. Dalla title track ‘Beat To Death’ a ‘They Live’, passando per ‘Praying Mantis’ e la goliardica ‘Kill For Beer’ vi immaginerete a cavallo di un Harley Davidson lungo qualche statale americana o ad un party selvaggio o ancora in qualche backstage attorniati da groupies, fate un po’ voi!
Non sto dicendo che ci troviamo al cospetto di un lavoro originalissimo, seppur la band metta anche farina del proprio sacco, ma di un lavoro che fa bene ritrovarsi davanti e da inserire nello stereo con il volume a palla. Per quanto mi riguarda una band che mostra la propria attitudine in maniera genuina e senza forzare mai la mano. Gli Hellraiderz sono dei fottuti rockers appassionati che suonano per passione, condividendo la stessa con chi ascolta. Se poi volete a tutti i costi roba moderna cercate altrove.
In chiusura l’antemica ‘Tropical Bitch’ con coretti micidiali che hanno fatto cantare anche a me, nonostante faccia schifo a cantare, ma quello è un altro discorso. In gamba ragazzi. Un Ep al fulmicotone, divertente, appassionante e schifosamente ammiccante. Non vedo l’ora di vedervi on stage!