Fetid Zombie - Epicedia (2016, Transcending Obscurity Records)
Torna in pista Mark Riddik con il suo progetto Fetid Zombie ed il nuovo Ep 'Epicedia'; che uscirà il prossimo 25 Novembre tramite Transcending Obscurity Records. Lasciato l'artista con il precedente album 'Groteque Creation' del 2015 (qui la mia recensione), si ripresenta con questo Ep nel quale, nuovamente,
viene attorniato da una serie di special guests selezionate dal panorama metal estremo. Sicuramente nomi meno altisonanti se paragonati a quelli dello scorso album, ma pur sempre validi.
Chi è Riddik credo ormai lo sappiate un po' tutti, ma – per i più giovincelli – ricordiamo la sua fama a livello globale per la realizzazione di artworks per molti dischi in ambito death metal targati Riddik Art. Ed è proprio il death metal la passione che lo anima e dal 2007 lo porta a creare composizioni oscure a nome Fetid Zombie – e questo 'Epicedia' non fa eccezione.
Le quattro tracce presenti – della durata media di otto minuti cadauna – si muovono in territori marci ed estremi pregni di aria malsana e grottesca oscurità. Alla violenza del death metal viene intrecciato un certo gusto per la melodia con lavori di chitarra interessanti e talvolta anche complessi, base ritmica massiccia che si muove ora più cadenzata ora più trita sassi dove il basso viene anche messo in bella mostra in alcune occasioni. Non mancano alcuni spunti decisamente heavy metal, certe influenze che riportano al black metal (principalmente di scuola ellenica) e molta epicità – utile nell’ammantare l'ascoltatore.
Il cantato passa da vari growl, vista anche la presenza di diversi ospiti al microfono, partendo da soluzioni più cavernose ad altre più aperte in stile melodic death. Ma anche qualche spruzzata scream è richiamata ad arricchire un disco succulento come questo.
Certamente, procurandovi il nuovo 'Epicedia', vi inoltrerete in un viaggio abbastanza variegato – pur restando in ambito estremo – della durata di circa 35 minuti nei quali non troverete mai momenti di noia né alcun tipo di riempitivo. Ogni singola nota è posta nel suo solco con senso logico e con maestria. La produzione, sempre curata da Riddik, è adatta al contesto, lasciando ci ascolta abbastanza soddisfatto. Per l'artwork, nuovamente, non sto a parlarvene – si tratta di un'opera di Mark Riddik (c'erano dubbi?)
Che dire di più? Un lavoro simile si deve ascoltare per goderselo. Dal mio canto non posso che suggerirvi l'acquisto anche a scatola chiusa se conoscete già i Fetid Zombie, ma per tutti suggerisco comunque un ascolto, non rimarrete delusi.