Scrivere di musica è fighissimo, ma ci hai pensato bene?


"Scrivere di musica? A volte sentendo queste parole sorrido! Perché sono tra coloro che pensano sempre che la musica si ascolti e, se vuoi farne parte, devi suonarla e lasciare che sia essa a parlare per te." (così la pensavo fino a circa due decenni fa)

Scrivere di musica è una cosa fighissima per quanto mi concerne. E' da fine anni 90 che scrivo di musica, anche se non da allora pubblicamente. Chissà, forse in qualche vecchio scatolone dentro il garage dovrebbe esserci un quaderno contenente embrioni di recensioni, scritte per il piacere di farlo ed ispirandomi ai giornalisti musicali che leggevo in quel tempo.
Ricordo che compravo più riviste e roba metallica varia. Ero di quei malati che con precisissima cadenza si presentava in edicola chiedendo il nuovo numero della rivista interessata e, se per un motivo o l'altro non era ancora arrivata, ripassavo ogni giorno fin quando non la stessa non arrivasse tra le mie mani, dopo essermi messo d'accordo con l'edicolante sul mettermene una copia da parte.

E poi ci sono stati i libri, sia sulle tematiche Metal e/o Rock che le varie biografie o "indagini" nel caso dei vari suicidi o vite di merda degli artisti. Erano libri che bramavo e non sempre riuscivo a trovare nella città dove vivevo, ma in un modo o nell'altro riuscii ad averli.
Cosa hanno apportato in me queste letture? Una grande curiosità di ascoltare la band di cui leggevo notizie, la voglia di dire la mia, a volte su recensioni che non condividevo - quando si aveva il culo di leggerle avendo già ascoltato il disco, visto che non era facile come ora avere le ultime uscite in brevissimo tempo (a volte anche per mie carenze economiche). Inoltre mi hanno ispirato nel mettermi io stesso a scrivere le idee, le sensazioni e anche qualche giudizio (senza presunzione s'intende) su quello che era l'ascolto del momento. Tutte cose che nessuno ha mai letto e leggerà mai.
Il fatto è che, all'epoca, ero curiosissimo non solo di conoscere l'album in questione ma anche tutto quello che vi ruotasse intorno sotto vari aspetti.

Oggi il mondo è pieno di gente che scrive di musica, che siano giornalisti professionisti, cultori amatoriali, aspiranti pubblicisti o appassionati semplici che aprono una delle centinaia di "webzine" in giro per la rete, sostituendosi certe volte a quelle che all'epoca erano le fanzine cartacee. Una delle cose che ammiro sono i blog semplici e costruiti attorno a una genuina passione, quei blog dove trovi un parere realmente sentito e non perché a sentirlo dovessero essere etichette, le stesse bands o altri.

Scrivere di musica mi piace, dicevo, ma ci si pensa bene prima di iniziare a farlo con un po' più di serietà, criterio e, soprattutto, prima di mettersi in gioco pubblicamente? Ora racconterò in parte la mia esperienza di "scribacchino", così da condividere tutto con chi avrà la curiosità di leggermi, per sfogarmi e, perché no, elargire suggerimenti non richiesti a chi vorrà saperne di più (il tutto senza alcun tono di presunzione, anche perché non sono né giornalista né critico d'arte, e senza dare giudizi assoluti - impossibile per chiunque).

In breve (eviterò vagheggiamenti e fatti specifici)...
Quando iniziai il mio percorso da redattore musicale - nel 2009 entrando per puro caso nello staff di Italia Di Metallo - ero gasatissimo perché non vedevo l'ora di scrivere pubblicamente quello che fino ad allora scrivevo per i fatti miei, così da sapere eventuali consensi, critiche (sono sempre stato pronto a riceverle, se fatte con criterio e provenienti dal pulpito idoneo), opinioni altrui e scambio di idee con i lettori. Entrai in un "mondo" nuovo. Al massimo, nel periodo appena precedente, capitava che andavo a scrutare qualche webzine attraverso l'internet point del paese in cui nel frattempo mi ero trasferito, giusto per evitare troppe spese cartacee, visto il momento economico poco candido, e anche perché fino ad allora per me le webzine non erano mai esistite nella mia vita. Ogni tanto gironzolavo per i forum dove leggevo nomi di nuove bands per andare poi alla ricerca dell'ascolto.

Premetto che il mio primo pc con connessione ad internet lo ebbi all'età di 24/25 anni - e non era neanche mio, usavo quello della mia fidanzata, con cui "convivevo" in quegli anni. Prima sinceramente non avevo la necessità di avere un pc né tanto meno collegamento a internet, anche se già il cambiamento generazionale mi portava a valutare l'acquisto di un computer - partendo dagli annunci di compravendita di cd sulle riviste dove tutti al posto del caro e vecchio numero di telefono iniziavano a inserire solo l'indirizzo di posta elettronica ("cazzo è 'sta posta elettronica? come si usa?", mi iniziavo a chiedere).

Allora, dopo essermi fatto le ossa sul glorioso MySpace, all'epoca punto forte dei social e, a parer mio, più figo di facebook, mi aprii alla piattaforma sociale blu dove tutti ora sparano troiate senza pietà. Iniziarono i momenti di "gloria", dove ero il Francesco di Italia Di Metallo, dove ognuno poteva scrivermi i propri pareri in maniera diretta senza passare dai commenti moderati della webzine e dove mi si potevano mandare anche "minacce" di morte e di potenziali bastonate, ebbene si, è accaduto anche questo, ve lo giuro!

Non tenni conto che non ero lì a scrivere per i fatti miei, però. C'erano regole da rispettare in una webzine, precedenze da dare ed etichette, bands e addetti ai lavori di cui tener conto. Soprattutto chi dirigeva il sito doveva avere l'ultima parola su ogni operato e, nel caso , correggere la pubblicazione. I dischi arrivavano (e arrivano) prima dell'effettiva uscita sul mercato e, dunque, occorreva l'accortezza di non lasciarsi prendere dall'entusiasmo di far ascoltare qualche bella roba all'amico del caso come avrei fatto con un normale cd appena comprato. Erano brani in anteprima e dovevano restare privati tra me e il "boss" della webzine che me li passava per la recensione - colui che oggi è un carissimo e fraterno amico, persona che mi ha insegnato davvero tanto sull'ambiente e mi ha parato il culo più volte. Feci tanti errori, tantissimi, per dirla in generale senza dilungarmi andando nello specifico, dagli stessi ovviamente imparai parecchio. A volte arrivai al limite in cui rischiai di perdere credibilità, a causa del troppo entusiasmo mal gestito e della pesante carenza di esperienza, ma fortunatamente il Boss di cui sopra mi tenne "a bada", uno dei motivi per cui gli sarò sempre grato.

Italia Di Metallo, come suggerisce il nome, era (ed è) dedicata al Metal / Rock esclusivamente italiano. Il panorama italiano mi ha sempre interessato, essendo stato comunque un musicista, con date live alle spalle e varie situazioni inerenti. Ma avevo voglia di allargare gli ascolti, quindi iniziai a utilizzare internet per scoprire nuove bands da varie parti del mondo - nonostante avessi - e, purtroppo ho ancora, anche se minori - limiti linguistici per la ricerca, per la comprensione di ciò che trovavo da leggere e via dicendo.
Decisi di aprire un blog per scrivere i miei pensieri sulla "scena", chiamiamola così, dopo pochi mesi di militanza sulla webzine. Nacque Visioni Metalliche, che dopo vari cazzeggiamenti iniziò ad esser presa un minimo sul serio dai lettori, dopo vari post spesso dal sapore ironico e tagliente ed attività ad esso connesse. Purtroppo anche li mi limitavo al panorama alternativo italiano, perché ero in quel momento in cui temevo di andare "oltre", ero insicuro e non mi valutavo chissà come - come faccio tutt'ora, seppur un po' di autostima e amor proprio mi aiutarono non poco, sempre senza eccedere in tal senso. Occorre sempre mantenere una certa umiltà nel rapportarsi con tutto il resto del mondo, senza mai atteggiarsi!

Filtrando il discorso, quel blog non fu che un germoglio dal quale successivamente si avviò un "mostro", dando vita circa un anno dopo a Suoni Distorti Magazine, che poi fu solamente un cambiamento del blog - o se vogliamo un ampliamento generico e cambio di rotta che lo fece diventare webzine.
Iniziai da me a scrivere le sole recensioni, suscitando l'interesse di un amico che quasi subito mi affiancò - e mi affianca tutt'oggi - sulla gestione del sito e di quello che vi ruota attorno. Peraltro un ottimo ingegnere informatico che ad oggi continua a darmi un prezioso supporto anche a livello tecnico sulla gestione di server, SEO e tutte queste "cose aliene" che servono per la gestione professionale di un sito web, relativi spazi social e quant'altro.

Ora, a distanza di quasi nove anni dall'inizio del mio cammino redazionale (per i 10 anni giuro che festeggerò. Comprerò una cassa di birra al Lidl e andrò a berla in spiaggia ascoltando i Motorhead a palla, tranquillo, spensierato e soprattutto da solo), mi è venuto in mente di fare un resoconto pubblico - per quanto pubblico possa essere il mio piccolo blog. Ne è valsa la pena affrontare peripezie varie, ritrovarsi a volte in situazioni tragicomiche e dover affrontare vario stress come se scrivere di musica fosse un lavoro? (perché in realtà non lo fu mai ad oggi, non ho mai visto un centesimo!)

La risposta la suddivido in due parti. La prima dove mi reputo felice di questa esperienza che tutt'ora continua il proprio cammino; ho visto vari concerti, intervistato vari musicisti e ascoltato un sacco di bei dischi che altrimenti non avrei potuto fare, in parte. Ho incontrato tantissima gente che altrimenti non avrei avuto modo di conoscere.
La seconda parte della risposta è un po' più triste, nel senso che queste attività, a causa degli innumerevoli personaggi inutili incontrati, mi ha portato gradualmente ad una perdita di entusiasmo nello svolgerla come si deve. Non è bello da scrivere, ma è quello che sento adesso.
Ci sono momenti in cui mi sono sentito di dover fermare la corsa, allontanarmi da tutto e tutti, non volendo neanche ascoltare quel nuovo disco e, spesso, ignorando le decine e decine di email in continua entrata - quasi tutte richiedendo recensioni e interviste.

Se qualcuno ha voglia di iniziare a scrivere di musica dovrebbe pensarci bene. Se volete farlo su un comunissimo blog come questo in cui state leggendo adesso, allora fatelo senza pensarci e se può esservi utile come sfogo o coltura di una passione. Chissà che qualcuno non possa notarvi facendolo diventare un lavoro, ma per questo puntate sempre sulla vostra personalità, non compromettetevi per nessuno se non per voi stessi e, cosa principale, toglietevi tutti i peli sulla lingua scrivendo quello che realmente pensate su un disco, un concerto, una band o quello che vi pare.

Volete scrivere di musica? Ci avete pensato bene?
Se volete mettere in piedi una webzine voglio già farvi presente che non sarà così semplice mandarla avanti e farla crescere, se questo sarà il vostro interesse. Non serve che gli amici e le fidanzate/i condividano i vostri articoli per farla diventare "famosa". Puntate anzi tutto ai contenuti originali, abbiate l'accortezza di scrivere come voi stessi siete, e non come vorrebbero farvi essere altri!
Soprattutto, arrivati a un certo livello sulla "scala della notorietà" (?) andrete incontro a inevitabili accordi vari, con addetti del settore più o meno grossi e di rilievo, che vi comporteranno impegno costante e non più quell'ora serale di scrittura prima di andare a letto e dopo una faticosa giornata di lavoro.

Se posso darvi un mio disinteressato parere, apritevi un vostro blog e iniziate a scrivere quello che pensate sinceramente di un disco, una band, un concerto o altro, ma fatelo con cognizione di causa, con le dovute competenze e senza scrivere mai solo per farvi i fighi! Specializzatevi in un genere che magari vi verrà meglio, altrimenti se vi allargate troppo finirete per scrivere troiate. Occorre ascoltare quantità di musica industriali prima di poterne scrivere come si deve, serve leggere tanto già in partenza prima di riuscire a scrivere bene, servono le palle per poter dire pubblicamente che un disco non piace, anche se a registrarlo siano amici di vecchia data o i simpatici coinquilini all'università con cui è nata una bella amicizia. Se saranno veramente amici sicuramente capiranno (a me è successo), ma spesso saranno occasioni di litigi immaturi, ve lo assicuro.

Io non credo che smetterò mai, anche se il mai non mi compete in alcun caso della vita. Mi ha attanagliato qualche volta il famoso "blocco dello scrittore", non riuscendo a scrivere per mesi, a volte mi sono sentito così soffocato da tanti eventi e dischi tutti insieme (o in un breve periodo) che ho dovuto staccare la spina e rinchiudermi nel silenzio e lontano dalla rete, è successo che diventassi un terribile stronzo misantropo ignorando ogni persona che mi scrivesse privatamente perché infastidito da ogni richiesta (recensioni, inserimento news, interviste...) e, soprattutto, mi è capitato di non ritrovarmi più bene ai concerti; dove i musicisti smettono di guardarti come l'amico andato alla serata per ascoltarli, ma solo come "quello della webzine" che deve scrivere un articolo sul concerto.
Spesso i musicisti vedono i redattori come "servi della musica", atti a dare spazio a tutti i musicisti incondizionatamente, con la conseguenza di pretese. A volte etichette e agenzie li vedono nello stesso modo, sfruttandoli come promozione a costo zero. A volte, mi sono talmente rotto le palle che ho mandato a fanculo personaggi e addetti ai lavori che molte giovani webzine alliscerebbero o pagherebbero per farsi prendere in considerazione, e lo stesso con alcuni musicisti "storici" a cui tanti vorrebbero avvicinarsi ma che ad oggi ho fanculizzato rumorosamente.

Sapete qual è il  motto che sin dalle origini mi accompagna? Preferisco starvi sul cazzo che leccarvi il culo. Un motto che ho sempre rispettato, in qualsiasi situazioni mi sia ritrovato in questo ambiente!

In fin dei conti, siete voi che deciderete dove andare, dove arrivare, cosa fare e con chi. E se avete in mente di aprire una webzine, assicuratevi di avere dei collaboratori realmente validi, dediti alla musica e seriamente appassionati (ma con i fatti, non a parole).
Ad oggi su Suoni Distorti Magazine siamo appena una manciata di membri nel team, dopo decine di redattori di passaggio, ma di ognuno di loro sono orgoglioso e non lo cambierei per nessuno. Se nuovi ne arriveranno ben venga, ma che siano seri, altrimenti meglio poca "manovalanza" per le pubblicazioni, ma valida e seria.
Non lasciate mai che qualcuno rubi la vostra passione!

Buona scrittura, writers!