PHIL CAMPBELL AND THE BASTARD SONS – The Age Of Absurdity


Phil Campbell And The Bastard Sons - The Age Of Absurdity (2018, Nuclear Blast Records)

C’è poco da presentare quando si tira in ballo Phil Campbell, che con i Motorhead ha messo a fuoco un intero pianeta. Dopo la fine di quella meravigliosa, unica ed inimitabile band il buon Phil non è stato certamente con le mani in mano, dando vita ai Phil Campbell And The Bastard Sons, componendo la band con i suoi figli Todd, Dane e Tyla ed il vocalist Neil Starr e debuttando con l’omonimo Ep due anni or sono.

Quest’anno Phil Campbell And The Bastard Sons si sono ripresentati al pubblico, dopo una lunga serie di live, con il primo full lenght intitolato ‘The Age Of Absurdity’ che vede un maggior assestamento dei nostri ed una grinta davvero lodevole, oltre che un buon song-writing, soprattutto se paragonato all’esordio di cui sopra.

Dall’opener ‘Ringleader’ c’è da alzarsi in piedi per lasciarsi andare in un potente headbanging, ma se volete potete farlo anche seduti, se riuscirete a restarci. Il brano ha delle sonorità che hanno molto dei Motorhead, influenza se vogliamo inevitabile, che però non vuol fare il verso agli Dei del Rock n’ Roll – di fatto Phil ed i suoi figli bastardi mettono molta farina del proprio sacco nei brani stando ben attenti a non rifarsi troppo al passato del padre. Lo stesso vale per episodi come ‘Gypsy Kiss’ o ‘Dropping The Needle’, che si muovono comunque con le loro gambe, senza necessariamente fare dei riferimenti. Brani “killer” se vogliamo.

L’album è un tripudio di rock’n’roll diretto senza produzioni laccate e artefatte, tutto suona in maniera genuina e mette in risalto ogni componente, sempre – però – orientato a sonorità fresche. Belle le linee vocali di Neil Starr, migliori rispetto al precedente Ep, eccellenti le chitarre taglienti e corpose di Phil che ormai tutti conosciamo e che, in questo contesto, aumentano in corposità rilasciando assoli ottimi e riff dal tocco inconfondibile. Ad affiancarlo all’altra sei corde il figlio Todd, degno figlio del padre, capace di mantenere l’accompagnamento. La base ritmica composta da Dane e Tyla mantiene costantemente il tiro, sia nei momenti più accelerati, dove vanno a briglie sciolte, sia in momenti più quadrati o contenuti, come su ‘Skin And Bones’, dai tempi meno veloci ma con un mood massiccio.
Seguendo il classico DNA Campbell ovviamente in tanto rock n’ roll / hard rock non mancano alcune parentesi bluesy come nella bellissima ‘Dark Days’ (ve ne innamorerete), con annessa armonica a bocca ed un groove pazzesco! Immaginerete che non mancherà anche qui un bell’assolo piazzato con classe. Il ritornello, tra l’altro, è di quelli antemici che vi si ficcheranno in testa al primo ascolto. Un altro momento morbido lo troviamo anche nell’ultima traccia del disco intitolata ‘Into The Dark’.

Se, invece, vi procurate ‘The Age Of Absurdity’ in CD troverete come bonus track anche la cover di ‘Silver Machine’ degli Hawkwind con alla voce Dave Brock, della stessa band – in cui ha militato l’indimenticabile Lemmy Kilmister. Un giusto omaggio per non dimenticare mai da dove si proviene.

I Phil Campbell And The Bastard Sons si sono ripresentati con grinta, un assestamento migliore tra essi e sono pronti per continuare ad infuocare tanti palchi. Disco micidiale da procurarsi assolutamente se vi piace il Rock n’ Roll / Hard Rock puntellato da certe trovate bluesy e, soprattutto, dannatamente affascinante.

Scusate, voi procuratevi il disco, intanto io vado a farmi un whisky & coca e poi lo ascolto nuovamente, per l’ennesima volta!